La politica repressiva del governo cinese nei confronti di una minoranza etnica del Paese ha consegnato allo Stato Islamico un'arma pericolosa. Si tratta degli uiguri, una parte considerevole degli oltre venti milioni di persone di religione islamica che vivono in Cina. La maggior parte risiede nella regione dello Xinjiang e parla un idioma che ha molti tratti in comune con il turco. La dura azione di Pechino nei loro confronti ne avrebbe favorito la radicalizzazione e oltre un centinaio di persone si sarebbero arruolate nell'Isis o nel Turkistan Islamic Party che combatte in Siria al fianco dell'ex Fronte Al Nusra contro il governo di Bashar al-Assad.

L'identità del killer di Istanbul

L'identità dell'uomo che la notte di Capodanno ha ucciso 39 persone all'interno del night club 'Reina' non è ancora nota ma, in merito, la polizia turca ha pochi dubbi. Si tratterebbe proprio di un cinese di etnia uiguri, piuttosto giovane (circa 25 anni) e del quale si conoscerebbe il volto stando ai fotogrammi che sono stati ricavati dalle telecamere di sorveglianza del locale. Secondo la stampa turca la sua origine sarebbe ormai certa, il killer di Istanbul farebbe parte di quelle centinaia di estremisti che sono partiti dal Turkestan Orientale per unirsi alle milizie jihadiste. L'uomo avrebbe raggiunto il locale in taxi ma sarebbe sceso a poca distanza dal suo obiettivo, a causa dell'intenso traffico che rallentava la corsa della vettura.

Avrebbe dunque raggiunto il night club a piedi. Quando l'attacco è iniziato erano le 23.20 circa, ora italiana. Secondo le fonti della stampa turca indossava una camicia verde e pantaloni scuri, brandiva un'arma a canna lunga e mirava alla parte superiore del corpo delle sue vittime. Dalla sua freddezza, si evince che fosse un killer professionista con addestramento militare.

Dopo l'attacco, si sarebbe rifugiato in cucina cambiandosi d'abito e sarebbe riuscito a guadagnare la porta del locale, dal quale sarebbe fuggito approfittando del caos. La polizia turca sarebbe comunque sulle sue tracce, sono dodici le persone arrestate perché sospettate di essere coinvolte in qualche modo nell'azione terroristica. Tra queste, anche la moglie del presunto attentatore.