A Davos, in Svizzera, è in corso di svolgimento il tradizionale Forum economico mondiale, un simposio notoriamente destinato a soddisfare i bisogni della parte più ricca del pianeta. Proprio allo scopo di mettere un freno ad una politica economica dissennata, che non fa altro che aumentare le disuguaglianze tra i pochi ‘paperoni’ e il resto della popolazione mondiale, la nota confederazione di organizzazioni non governative, Oxfam, ha diffuso un rapporto dal titolo eloquente: ‘Un’economia per il 99%’. Lo scopo del documento, come si evince dal comunicato diffuso sul sito internet dell’associazione, è quello di mettere in luce l’allargamento della distanza di benessere tra “multinazionali e super ricchi”, impegnati solo a massimizzare i profitti, e tutti gli altri, in maggioranza poveri, divenuti ancora più poveri negli ultimi anni.

In Italia, poi, l’1% più ricco possiede il 25% della ricchezza nazionale. L’unica soluzione per invertire la tendenza, secondo Oxfam, sarebbe “ripensare il sistema economico a cui siamo abituati”. A questo proposito l’Ong ha presentato una petizione a Davos per chiedere un cambio di rotta dell’economia mondiale.

Il contenuto del rapporto Oxfam

I numeri contenuti nello studio della Ong sono da brivido. Nel 2016 solo 8 persone (i loro nomi nel video qui sotto) erano in possesso di 426 miliardi di dollari, ovvero la stessa ricchezza netta dei 3,6 miliardi di individui più poveri. Cifra che fa il paio, come già detto, con l’1% di miliardari divenuti più ricchi del 99% dei loro simili messi insieme.

Interessante lo studio sulle 10 maggiori multinazionali che, sempre nell’anno appena trascorso, sono riuscite a produrre profitti superiori persino alla somma delle 180 economie nazionali più povere al mondo (180, non 18). E, infatti, una persona su 10 vive ancora con meno di 2 dollari al giorno. In questa drammatica situazione, Oxfam prevede la ‘nascita’ del primo trilionario (1000 miliardi di dollari) entro i prossimi 25 anni.

L’ascesa inarrestabile dei super ricchi è favorita dalle leggi varate dalla politica asservita ai loro interessi. I governi mondiali, infatti, “continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti”.

E l’Italia?

Nel nostro paese la situazione non si presenta meno drammatica che nel resto del globo. Dal 1988 al 2011, il 10% dei cittadini, quelli più abbienti, hanno visto incrementare il loro reddito in maniera esponenziale rispetto al 50% dei nostri connazionali più poveri.

Nel 2016, inoltre, l’1% degli ‘uomini d’oro’ possedeva il 25% della ricchezza nazionale netta. Uno squilibrio che ha portato i primi 7 super miliardari italiani (Rosa Anna Magno Garavoglia del gruppo Campari, Giorgio Armani, Gianfelice Rocca, Silvio Berlusconi, Giuseppe De Longhi, Augusto e Giorgio Perfetti) ad essere più ricchi rispetto al 30% dei più ‘sfigati’.