Ha infilato la testa dentro un sacchetto di plastica e si ucciso così, in una cella del carcere “Don Soria” di Alessandria. Antonio Marci, 63 anni, originario di Villasimius, meglio conosciuto come Tonino, ufficialmente disoccupato e incensurato (in realtà da più di trent’anni faceva l’allenatore di calcio) è stato trovato morto venerdì sera, tra le 20 e le 21, da una guardia penitenziaria che stava effettuando i soliti controlli di rito. L’uomo era stato arrestato martedì mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria con le pesanti accuse – si legge nelle carte – di violenze sui minori e possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.

Dalle prime indiscrezioni – infatti - sembrerebbe che all’interno dell’abitazione del Marci (un appartamento nel rione Cristo) i Carabinieri abbiano trovato foto, filmati, lettere, diari, indumenti intimi appartenenti sicuramente a minori e – al momento dell’arresto – l’uomo era in compagnia di un minore (svestito) che ha aperto la porta mentre Marci si trovava in bagno nudo. Ora la Procura ha aperto un’inchiesta – affidata al pubblico ministero Silvia Saracino – per capire in realtà come siano andate le cose. Il magistrato intende accertare se in realtà il detenuto fosse adeguatamente sorvegliato.

Indizi compromettenti

Le indagini dei Carabinieri erano iniziate - quasi per caso - quando un giovane di trent’anni si è presentato in caserma denunciando gli abusi subiti da quell’uomo quando lui era minorenne e giocava a calcio nella squadra.

L’aveva visto uscire da un bar in compagnia di un ragazzino e gli erano affiorati alla mente quei terribili ricordi.

Negli ultimi anni Tonino Marci era stato l’allenatore della squadra dei pulcini di un paesino di poco più di 4500 abitanti, Castellazzo Bormida, anche se negli ultimi mesi era stato esonerato per alcune voci che erano giunte alla società.

Il giudice del Tribunale l’altra mattina aveva convalidato la misura cautelare in carcere nonostante l’avvocato Taggiasco – legale del Marci – aveva chiesto gli arresti domiciliari per tutelare la sua incolumità.

La famiglia

“Le circostanze sono molto sospette – hanno dichiarato all’Ansa, Isidora e Valeria Marci, sorelle di Tonino – abbiamo chiesto al nostro avvocato di fare chiarezza.

Stiamo pensando di nominare un perito per eseguire un’autopsia”. Il legale della famiglia, Massimo Taggiasco, ha qualche dubbio in riguardo: “Una persona imputata di un reato che può mettere a rischio la sua incolumità – ha assicurato l’avvocato – non sarebbe stato meglio fosse vigilata maggiormente per evitare brutte sorprese?”.

Tonino Marci tornava spesso a Villasimius quando l’anziana madre era ancora viva. Infatti nel suo paese di origine vive ancora suo padre, Sandro, ora ottant’enne. In Sardegna tornava spesso anche con diverse squadre di calcio che partecipavano a dei tornei giovanili.