Quando lo scalo di un aeroporto diventa la propria casa: storie di "nuova" povertà, cronaca di una "ordinaria" indigenza dai tratti talmente composti che riesce a dissimulare di essere tale. Per nove lunghi mesi, una signora di 59 anni separata, disoccupata e senza reddito ad eccezione dei 300 euro di mantenimento che le passava l'ex marito, ha trasformato il terminal "Falcone e Borsellino" di Punta Raisi, Palermo, nel suo habitat, arrangiandosi a dormire in un sacco a pelo in un angolo tranquillo, ad utilizzare i bagni la mattina presto prima dell'arrivo dei viaggiatori, e a mangiare un pasto caldo nei bar del terminal.
Era così discreta da non attirare alcuna attenzione, e i pochi impiegati che l'hanno notata non le hanno fatto mancare la loro solidarietà. Solo dopo molto tempo i poliziotti l'hanno segnalata ai servizi sociali per darle una mano.
Nascosta tra gli arrivi e le partenze
Immaginate di dover stare più o meno nascosti in un aeroporto, tra la zona degli arrivi e quella delle partenze; dover trascorrere in un "non-luogo" giornate lunghissime a vedere altri esseri umani percorrere corridoi frettolosamente; chi per imbarcarsi a prendere un volo, e chi per recuperare i bagagli e tornare a casa con tutte le comodità. Per la signora con appena 300 euro di entrate, l'unico "lusso" consentito era poter andare una o due volte al mese in un Bed&Breakfast per prendere una stanza, farsi una doccia, dormire per qualche ora in un letto normale.
Segnalata ai servizi sociali di Cinisi, comune in cui ricade lo scalo, è ora ospite della cooperativa Libera di don Ciotti che gestisce proprio nelle vicinanze dell'aeroporto un bene confiscato alla mafia. Nulla nel suo comportamento lasciava intendere una condizione di indigenza. Indossava la sua povertà con dignitosa eleganza.
Il volto della nuova povertà
In Italia la povertà è una "malattia" che si contrae sempre più frequentemente: ad oggi è diventata "assoluta" per quasi 4,6 milioni di persone, 1 milione 582mila famiglie secondo i dati Istat. Questa condizione indica coloro che non possono accedere ai beni fondamentali per svolgere una vita dignitosa; un record negativo evidenziato dal Rapporto annuale sulla povertà, il numero più in alto in assoluto dal 2005 ad oggi.
A questi numeri si aggiunge anche il Rapporto Caritas sulla povertà e l'esclusione sociale, frutto dell'esperienza quotidiana di oltre 200 Caritas diocesane operanti su tutto il territorio nazionale, a cui sempre più italiani e nuovi arrivati chiedono aiuto. Questa relazione per la prima volta segnala un preoccupante peggioramento della situazione: c'è una sostanziale parità tra uomini e donne che si rivolgono ai centri Caritas, mentre prima la richiesta era prevalentemente femminile. Inoltre l'età media delle persone che si recano alle strutture d'accoglienza distribuite su 173 diocesi, è scesa a 44 anni.
La nuova povertà ha il volto giovane, senza rughe, ma già con un carico di problemi che diventano insormontabili: la persistente crisi del lavoro ha travolto giovani e giovanissimi in cerca di un primo impiego, o persone di età media che l'occupazione l'hanno persa.
Come ogni anno, la Comunità di Sant'Egidio ha pubblicato "Dove mangiare, dormire e lavarsi 2017", guida per chi non ha una casa o è in difficoltà, bussola da tenere in tasca per avere aiuto e accoglienza a Roma.