Alle 22,20 (ora italiana) un Terremoto di magnitudo 3.4 ha colpito la Sicilia nord-orientale, in provincia di messina. Secondo l'EMSC l'evento avrebbe avuto il suo epicentro 67 chilometri a nord-est di Enna e 13 chilometri ad est di Acquedolci. L'ipocentro sarebbe stato individuato a soli 6,1 chilometri di profondità. Proprio per questo il sisma è stato nettamente avvertito dalle popolazioni dei paesi abitati vicino all'epicentro, e ha posto in allarme alcuni residenti. Inoltre, la percezione delle onde sismiche è stata aumentata dal fatto che la scossa si è verificata in orario serale, quando molti erano già in condizione di quiete o riposo.
L'evento si colloca come ultimo di una lunga sequenza attiva già da diverse settimane nella Sicilia nord-orientale e rientra nella normale attività sismica dell'isola.
I precedenti storici
Come sappiamo, la Sicilia nord-orientale, in particolare tutta la Provincia di Messina, è una delle aree sismiche più attive d'Italia e una scossa di magnitudo 3.4, come quella di stasera, rientra nella totale normalità.
In passato la stessa zona è stata colpita da violente scosse, alcune delle quali hanno provocato immensi danni al patrimonio edilizio e storico-artistico e spesso anche vittime.
Il più antico e importante sembra essere avvenuto il 31 Agosto 853, quando una violentissima scossa, si stima oggi probabilmente di magnitudo 6.2-6.3, colpì poco a sud del centro di Messina, creando grandi devastazioni nella città e sul versante meridionale dell'attuale provincia di Reggio Calabria.
Non si hanno informazioni più precise su vittime e danni, tuttavia l'evento fu talmente importante da essere ricordato come "Grande terremoto".
Più recentemente, il 15 Aprile 1978, una scossa di magnitudo 5.7 colpì il Golfo di Patti, provocando la morte indiretta di 5 anziani, colti da infarto e danni estesi ad almeno 100 località vicine all'epicentro, fra cui i centri storici più rilevanti, come Patti, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale e Milazzo.
La Sicilia è dunque una regione ad alta sismicità, lo sappiamo.
E proprio per questo bisogna fare sì che la popolazione, conoscendo la storia, si munisca di tutta la prevenzione che servirà per il futuro, in modo da non farsi cogliere impreparata dal prossimo grande evento.