Oltre 100 milioni di euro l’anno per dieci anni. Quindi più di un miliardo di euro. Si tratta della cifra che il governo ha deciso di investire nel nuovo contratto di servizio per i treni intercity , firmato dal ministero dei Trasporti e Trenitalia, che riguarda 12 milioni di passeggeri l’anno. Il contratto, rispetto al precedente, prevede un aumento del 7% dei chilometri-treno che supereranno i 25 milioni all’anno. Le corse intercity quotidiane saranno 108 (88 giorno e 20 notte) con l’aggiunta di altre dieci nei fine settimana.

Treni intercity, un investimento strategico

Grazie alla durata decennale, il contratto punta al miglioramento della qualità del servizio, con il rinnovo graduale di tutta la flotta. Treni più comodi e moderni per una rete capace di coprire oltre il 90% del territorio italiano, toccando tutti i capoluoghi di provincia. “Senza questo investimento del governo - ha spiegato il ministro Graziano Del Rio - rischiavamo un taglio drammatico del 40% del servizio”. E aver messo più soldi in un programma a lunga scadenza, ha proseguito il ministro, consente di dare certezze alle fasce più deboli dei viaggiatori. L’accordo, ha sottolineato l’amministratore delegato di Trenitalia, Barbara Morgante, guarda anche ai pendolari che non possono più permettersi gli abbonamenti dell'alta velocità, riferendosi in particolare a una nuova coppia di treni intercity tra Milano e Torino.

Treni Frecciarossa, i pendolari contro gli aumenti e il governo apre al confronto

Il passaggio di Morgante non è casuale, perché nel frattempo sta montando la protesta dei pendolari piemontesi contro i rincari degli abbonamenti ai Frecciarossa. I prezzi saliranno a febbraio tra il 20 e il 35% e sono tanti i lavoratori che quotidianamente da Torino prendono l’alta velocità per raggiungere il posto di lavoro a Milano.

Molti di loro per non restare disoccupati hanno accettato il trasferimento; ma adesso, come riporta un'inchiesta di Repubblica, i costi rischiano di diventare proibitivi, con lavoratori che da uno stipendio di 1.500 euro al mese dovranno toglierne quasi un terzo per il treno. C’è chi sta pensando di tagliare i costi, passando appunto a treni intercity o a regionali veloci; ma basta riflettere un attimo sull'allungamento dei tempi di viaggio e sugli imprevisti da affrontare (ritardi e soppressioni dei treni) per fare subito marcia indietro.

E allora? Con l'appoggio della Regione, non resta che chiedere a gran voce l’intervento del governo, affiancati nella protesta dai "colleghi" e dagli amministratori locali di Campania, Emilia Romagna e Toscana. Sulla questione Del Rio si dice disponibile ad aprire un tavolo di confronto con le regioni e le Ferrovie dello stato. Intanto, la prossima settimana le proteste dei pendolari saranno al centro di un’audizione dell’amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, in commissione Lavori Pubblici al Senato. Sarà l’occasione per capire quali siano i margini di manovra per ottenere una riduzione dei rincari o un rinvio della loro entrata in vigore.