Arriva da lontano e lascia sgomenti la triste vicenda svoltasi nello stato di Alabama, in America, e che ha per protagonista un padre, Jay Maynor, colpevole di aver ucciso in nome di una giustizia che ha sete di vendetta.

E' una storia di abusi sessuali e di violenze, perpetuatesi nel tempo e ai danni di una bambina di appena 8 anni, figlia appunto di Maynor, costretta a subire ripetutamente lo stupro dal nonno adottivo, Raymond Eearl Brooks.

E' l'ennesima storia di un'infanzia violata, abbruttita dalla crudezza degli eventi.

La storia

La bimba, preda della paura e della vergogna, subì a lungo gli appetiti sessuali del nonno fino al giorno della verità, quella più dolorosa e che rimarrà indelebilmente scolpita nella sua mente.

I genitori della piccola, venuti a conoscenza del fatto, denunciarono lo stupratore, subito tradotto in carcere e poi condannato a ben 5 anni di reclusione, ma l'uomo, invece, rimase dietro le sbarre solo 27 mesi.

Una beffa agli occhi di Maynor che, accecato, come padre della vittima, dall'odio e dalla sete di giustizia, decise di provvedere da solo, uccidendo Brooks.

Per Maynor non c'è stato niente da fare. Giudicato colpevole di omicidio, è stato condannato a 40 anni di carcere, che attualmente sta scontando nel dolore e nella disperazione.

La petizione

"E' un padre strordinario, il migliore - dichiara oggi la figlia, ormai 24 enne e madre di tre figli- La sua condanna è stata troppo dura: sta vivendo un inferno".

La preoccupazione per la sorte del padre, provato da eventi terribili e costretto alla reclusione, ha indotto la giovane vittima, protagonista della vicenda all'epoca dei fatti, a sollecitare oggi, unitamente ad altri familiari, l'intervento dell'opinione pubblica.

Oltre 16mila persone hanno infatti sottoscritto una petizione on-line.

Questa, indirizzata al Presidente statunitense uscente, Barack Obama e al governatore dello stato dell'Alabama, chiede che Maynor sia liberato o almeno condannato a una pena meno 'pesante', perchè non è assolutamente una minaccia per la società.

Si spera che l'appello di 16mila persone riesca a scalfire i cuori di tutti e che la voce di questo padre, condannato nel novembre scorso, indubbiamente colpevole davanti agli uomini, sappia esprimere tutto il suo dolore.