Come tutti i corpi che ruotano nella Via Lattea, anche il nostro sole ha una faccia nascosta che è difficile da visitare, ma non impossibile. Quello che ha registrato il telescopio spaziale Enrico Fermi della Nasa ha veramente dell'incredibile. Per la prima volta nella storia, anche grazie alla partecipazione italiana, sono state osservate violentissime Esplosioni paragonabili solo a esponenziali eruzioni vulcaniche. I dati raccolti, analizzati e controllati lungo questi ultimi anni dall'equipe capitanata dalla dottoressa Melissa Pesce-Rollins, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Pisa, denotano una interessante attività.
I brillamenti osservati liberano grandi quantità di plasma incandescente che ricadono in parte sulla Stella stessa, mentre altre particelle o pioni si disperdono velocissime nello spazio.
Un Sole che 'borbotta'
Si è sempre parlato delle continue eruzioni che avvengono sulla superficie del Sole, ma lo studio pubblicato solo ora, per ovvie ragioni, sulla rivista Astrophysical Journal ci spiega i particolari movimenti che compiono le particelle liberate. Queste possono viaggiare a grande velocità prima di uscire dall'orbita solare, potendo colpire anche la Terra, o ricadendo ancora sul Sole. Ed è proprio in quei momenti che entrano in gioco i cosiddetti campi gravitazionali. I quali fanno accelerare ulteriormente i pioni sprigionati, trasformandoli in “raggi gamma” che si producono quando queste ritornano a velocissimi sulla superficie solare.
Giganteschi archi magnetici
Questi archi sono linee del campo magnetico solare che attraversano la nostra stella a mo' di ponte, trasportando le particelle ad alta velocità, dalla parte invisibile a quella visibile. Sono proprio quei pioni trasformati in raggi gamma che il Large Area Telescope (LAT) di Fermi ha potuto rilevare e studiare durante le furiose esplosioni.
Nel suo commento, la Rollins evidenzia non solo l'affascinante osservazione di quanto accade, ma la sorprendente velocità che raggiungono le particelle all'interno degli archi magnetici. Oltre 500mila chilometri percorsi in solo 5 minuti.