Ci sono verità che si preferirebbe ignorare, che si vorrebbe non appartenessero alla nostra realtà sociale.

Storie di degrado, di abbandono, di violenza, di abusi sessuali, che lasciano segni indelebili nella memoria di chi le ha vissute, ma che riguardano la triste quotidianità di luoghi in cui la miseria e l'emarginazione dominano incontrastate.

La storia di Ilde Terracciano colpisce per la sua assurda crudezza, ma è una delle tante. spose bambine, vendute, dimenticate, private della loro età, della loro vita.

Ormai donna e madre, Ilde si racconta e lo fa con il dolore per un'esistenza che le è stata sottratta.

La storia di Ilde

Aveva solo 12 anni Ilde quando la madre, rimasta vedova e animata dalla volontà di convolare a nuove nozze, decise di venderla ad un uomo di Ottaviano, paese in provincia di Napoli. La vendette per 50.000 lire, il prezzo per un figlio.

Ebbe inizio così l'inferno di Ilde. Una vita di percosse e di abusi, in cui l'infanzia e l'adolescenza furono solo un sogno lontano e l'ingenuità della sua età si perse nel buio profondo di una notte senza fine.

L'uomo, all'epoca 28enne, abusò di lei, costringendola spesso ad assistere alle sue prestazioni sessuali con le prostitute che rappresentavano il suo business.

E, quando la bambina opponeva un rifiuto, veniva legata al letto, minacciata da una pistola alle tempie.

Rimasta incinta, a soli 13 anni, Ilde fu costretta a sposarsi con la compiacenza o la paura omertosa del sacerdote che officiò queste nozze forzate.

La bambina partorì il frutto di quelle violenze, ma in seguito riuscì a scappare.

Il carcere

Ebbe inizio il suo peregrinare. Sola, indifesa, senza una casa, fu facile preda di un uomo, apparentemente gentile e prodigo, che l'avviò invece sulla strada del crimine.

Facile servirsi di una minore per traffici illeciti in una Napoli, in cui inferno e paradiso convivono, e la lotta per la sopravvivenza è la costante della vita.

Ilde odiava la sua esistenza, odiava se stessa, ma odiava ancor più la madre e, gradualmente, maturò l'idea di ucciderla, di uccidere colei che l'aveva messa al mondo per poi toglierle la sua infanzia, i suoi giochi, la sua innocenza.

Un giorno, armatasi, prese la decisione: avrebbe ucciso la donna colpevole di averla venduta. Ma, di fronte a colei che avrebbe dovuto chiamare mamma, venne meno ogni coraggio e Ilde fuggì sconvolta.

Seguirono anni bui e la donna conobbe anche il carcere. Poi arrivò la libertà, una nuova vita.

La sposa bambina ottenne l'annullamento della Sacra Rota e trovò ospitalità in una casa d'accoglienza, a Imola, dove a tutt'oggi vive ed è circondata da quel calore e quell'affetto che le sono stati sempre negati.