Molti credono che la questione degli UFO e l’argomento alieni siano un fenomeno moderno, che scaturisce dalla cinematografia e che genera una sorta di “isteria di massa” che porta vari individui nel globo a credere che tutto ciò sia reale. Invece molti sono i riferimenti ad indicare che già in passato, questo argomento fosse ampiamente discusso. Nei vecchi archivi del Missouri, è stato “riesumato” un antico documento di 78 anni fa, sulla ricerca della vita aliena. E' stato scritto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e il suo autore è Winston Churchill.

Il primo ministro britannico, in un mondo devastato dalla guerra, cercava forse una speranza per l’umanità e una possibilità di vita oltre la Terra.

Il saggio sulla ricerca di vita aliena

L’articolo lungo 11 pagine si intitola “Siamo soli nell’Universo?”, ed è stato ritrovato nel US National Churchill Museum a Fulton, in Missouri, Stati Uniti. Il documento è stato pubblicato sulla rinomata rivista scientifica “Nature” e analizzato dall’astrofisico Mario Livio. Secondo lo scienziato, risulta essere incredibilmente moderno per essere stato scritto circa 80 anni fa. Churchill mette in evidenza le condizioni ideali affinché possa formarsi la vita come noi la conosciamo su altri pianeti, ma è anche consapevole di come sia difficile riuscire a trovarla date le enormi distanze che separano i corpi celesti nell’Universo.

Il primo ministro inglese è sempre stato un visionario: aveva infatti previsto, nell’articolo Fifty Years Hence del 1931, l’invenzione della bomba atomica, delle connessioni wireless e un ampio uso dell’ingegneria genetica sul cibo e sugli esseri umani.

Quello che Churcill scrive sulla scoperta di vita aliena su altri pianeti è molto simile a ciò che la Scienza crede oggi, in primis, cercare un pianeta che abbia acqua liquida, cosa essenziale per lo sviluppo di esseri viventi.

"Un giorno, forse anche in un futuro non molto lontano, sarà possibile viaggiare verso la Luna, o addirittura Venere e Marte", scrive Curchill. Questo dimostra una grande volontà di confermare più che di scoprire, che non siamo soli nell’Universo.