Ad Arezzo è stato ritrovato, dagli agenti della polizia, il corpo di una giovane donna di appena 20 anni in un casolare: a scoprire il cadavere è stata la proprietaria dell'appartamento, affittato a due giovani magrebini, giunti in loco giovedì sera insieme alla ragazza.
Ipotesi morte per overdose
I ragazzi avrebbero dovuto lasciare l'appartamento sabato mattina e così, verso mezzogiorno, la proprietaria ha aperto la porta e ha fatto la macabra scoperta: il corpo nudo della giovane donna era riverso per terra, parzialmente coperto soltanto da un asciugamani.
Secondo le prime ipotesi, la ragazza avrebbe assunto un mix di farmaci e droghe e, subito dopo essersi fatta la doccia, sarebbe crollata per terra, senza vita. Molto probabilmente i due ragazzi che erano con lei hanno cercato di rianimarla ma, dopo essersi accorti che non c'era alcuna speranza, sono fuggiti a gambe levate. Nell'appartamento sono stati ritrovati, oltre ad una teglia di parmigiana di melanzane e merendine, anche spinelli, due siringhe e molti antidepressivi.
Chi era la vittima
Il suo nome era Sa-Ra Smahi, 20 anni, marocchina. Era giunta in Italia insieme ai suoi genitori ed ai fratelli. L'intera famiglia si era poi ben integrata a Sansepolcro, dove risedeva, ma dopo la morte dei genitori la ragazza era caduta nel tunnel della tossicodipendenza: aveva anche lavorato come modella in alcuni negozi del paese ma, nonostante ciò, non era più riuscita ad uscirne.
Ieri la sua morte ha posto fine alle sue sofferenze.
I due magrebini in fuga
Per i due ragazzi che erano con lei ci sono poche speranze di continuare a sfuggire alle forze dell'ordine: la polizia, infatti, è già sulle loro tracce, conoscendone bene identità e abitudini: si tratterebbe di due giovani già noti agli inquirenti per precedenti importanti per spaccio di droga, in particolare nella zona di Campo di Marte.
Sono state diffuse le loro generalità, con la fotografia di uno dei fuggitivi, e si spera che si possano rintracciare e interrogare al più presto, al fine di capire cosa sia realmente accaduto in quella villetta di Cesa.