Nel film 'Interstellar' del 2014, diretto da Christopher Nolan e reso credibile grazie, soprattutto, alla consulenza scientifica del 'papà dei buchi neri' e astrofisico Kip Thorne, si narra di un gruppo di astronauti che viaggiano attraverso un 'wormhole', una ipotetica caratteristica dello Spazio-Tempo, che servirebbe come 'scorciatoia' per andare da un punto dell'Universo ad un altro. Un viaggio che sarebbe più veloce di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale.

Anche la longeva serie televisiva britannica di successo, 'Doctor Who', utilizza spesso il concetto di 'wormhole' grazie al TARDIS (Time and Relative Dimension in Space, ovvero Tempo e Relativa Dimensione nello Spazio), un'astronave e macchina del tempo utilizzata da 'Il Dottore', un extraterrestre 'Signore del Tempo' proveniente dall'immaginario pianeta Gallifrey.

Con questa astronave, a forma di cabina telefonica della polizia britannica degli anni 60 del secolo scorso, il 'Dottore' viaggia attraverso lo Spazio e il Tempo per trovarsi di fronte civiltà extraterrestri, molto spesso da combattere, e salvare altre culture dai pericoli in cui si trovano impelagate.

Ma non solo la fantascienza, ma anche l'ufologia ipotizza che non solo l'Universo conosciuto pulluli di civiltà extraterrestri, ma che molte di queste siano anche in possesso di tecnologie avanzate, in grado anche di creare 'cunicoli spazio-temporali' artificiali per viaggiare deliberatamente ovunque, o quasi, nel Cosmo. Ipotesi queste che sembrano inverosimili, ma che trovano dei validi 'alleati' anche tra gli scienziati.

Jim Al-Khalili, professore di fisica teorica all'Università del Surrey, è uno di questi. Nel 2003 ebbe a dire che, pur essendo improbabile (ma non impossibile) che alcuni UFO siano dischi volanti, non fosse da escludere la possibilità che esistano astronavi dotate di un sistema di propulsione centinaia, se non migliaia, di anni più avanzate rispetto a quanto noi siamo attualmente in grado di concepire, e pertanto capaci di raggiungere velocità prossime a quelle della luce.

Di conseguenza, tali astronavi sarebbero in grado quindi di percorrere enormi distanza cosmiche nel giro di pochi mesi o anni. Seppur ardita, la tesi di Al-Khalili sembra abbastanza plausibile, in base anche a un qualcosa fatto conoscere in queste ore.

Infatti, seppure su scala piccolissima, i 'wormhole' sono stati, a quanto pare per la prima volta, creati in laboratorio.

Il prototipo, descritto su 'ArXiv' e in via di pubblicazione su 'International Journal of Modern Physics D', darà luogo ad un esperimento condotto in italia, presso l'Università 'Federico II' di Napoli. Come spiega all'ANSA il fisico Salvatore Capozziello, coordinatore tra l'altro del gruppo internazionale autore della ricerca, "il problema era quello di verificare, attraverso questo prototipo, l'esistenza, seppur a livello di laboratorio, di strutture che, come i buchi neri, assorbono tutta l'energia di un sistema senza sostituirla: in pratica ci si trovava di fronte a una violazione del principio di conservazione dell'energia". Tra le possibili spiegazioni, secondo il fisico Capozziello, "se ci spostiamo su dimensioni cosmiche, potremmo considerare un osservatore che con la sua navetta si avvicina a un 'wormhole' come un elemento capace di perturbare la struttura, rendendo di fatto possibile passare da una parte all'altra del cunicolo spazio-temporale".

Seppure a livello di prototipo, seppure su scala minuscola, la creazione quindi di un 'wormhole', ottenuto collegando due foglietti di grafene, con legami molecolari e un nanotubo, apre di fatto in questo campo l'inizio di una nuova era fatta di scoperte e innovazioni scientifiche e tecnologiche, che fino a pochi anni fa erano considerate fantascienza o, peggio ancora, utopistiche concezioni.

E se lo abbiamo fatto noi, perché non pensare che civiltà extraterrestri avanzate tecnologicamente non lo abbiano già fatto da molto tempo? I presupposti non sono improbabili.