Le forze dell'ordine hanno portato alla luce una cellula neonazista nella città di La Spezia. I Carabinieri del Comando Provinciale spezzino hanno eseguito perquisizioni a tappeto dall'alba di oggi, 29 aprile 2017, e hanno imposto l'obbligo di dimora nel proprio comune ai tre principali indagati, vietando loro il permesso di allontanarsi dall'abitazione nelle ore notturne.

Si tratta di tre persone di cittadinanza e nazionalità italiane, questi sarebbero i tre presunti colpevoli di "associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali" e non solo: su di loro pendono anche, su chi più su chi meno, altre svariate accuse, come il danneggiamento o il danneggiamento seguito da incendio aggravati.

L'indagine è stata chiamata 'Aurora' ed è attualmente capitanata dal capo Procuratore Antonio Patrono. Un'indagine avviata a maggio 2016, dopo alcune denunce e segnalazioni che arrivarono al nucleo dei carabinieri di La Spezia e che avevano come oggetto atti di vandalismo. Si trattava soprattutto di svastiche disegnate con bombolette, presumibilmente, sulle pareti della sede del Partito Democratico spezzino.

Subito si era seguita la pista secondo cui, a compiere tali atti vandalici, fossero stati gli esponenti dell'estrema destra locale. Effettivamente l'intuizione ebbe successo, dato che dopo una prima serie di perquisizioni si arrivò a rinvenire nelle abitazioni tutta una serie di armi bianche, oltre che di documenti e file informatici su computer di chiara ispirazione fascista e nazista.

Si è dunque chiarita, a seguito dell'avvio dell'indagine 'Aurora', l'esistenza di un gruppo clandestino di ispirazione neonazista a La Spezia, dal nome 'Autonomi NS La Spezia'.

I militanti questo gruppo appartengono alla branchia più estrema della destra, un orientamento di tipo naziskin. Quelli che subito erano stati interpretati come atti vandalici era in realtà un'attività propagandistica: una pubblicità di svastiche per le vie di La Spezia e sulle targhe commemorative riguardanti il 25 aprile e la resistenza anti-fascista in generale.

E anche i movimenti degli 'Autonomi NS La Spezia' erano tipici di quelli fascisti: venivano organizzate vere e proprie spedizioni punitive di stampo razzista e a farne le spese erano cittadini extracomunitari o richiedenti asilo della zona. Venivano presi di mira anche i cassettoni di raccolta indumenti usati della Caritas diocesana di La Spezia, in questo caso i vestiti donati venivano bruciati, appiccando loro fuoco e lasciando che le fiamme accrescessero all'interno della cassa.

La tana del lupo si trovava a Follo (in provincia di La Spezia), nel bosco, ed era una roulotte dove i carabinieri hanno rinvenuto istruzioni utili alla fabbricazione di ordigni.

Il tutto in un periodo che, grazie anche alla velocità dei social network, vede nascere e rinascere gruppi orientati all'estrema destra, nonostante sia stato promesso l'intervento di forze dell'ordine e quindi l'applicazione di sanzioni.