Londra – Ieri mattina, Theresa May, primo ministro inglese, ha annunciato, a sorpresa, che il prossimo 8 giugno il Regno Unito andrà al voto per il rinnovo del Parlamento.

La premier conservatrice, che secondo i sondaggi può contare su oltre 18 punti di vantaggio sugli avversari politici, ha deciso di proporre la mozione per sciogliere le camere nel proprio parlamento con lo scopo dichiarato di avere una forte e coesa leadership, che possa guidare la Gran Bretagna nei trattati per l’uscita dall’Unione Europea.

Al question time della Camera dei Comuni di stamattina, Theresa May ha rilasciato dichiarazioni degne da campagna elettorale; in prima battuta ha affermato che lei e il suo partito sono “pronti a lottare per ogni voto” e poi rivolgendosi al suo principale avversario, Jeremy Corbyn, lo ha definito “inadatto” a guidare il paese.

Le reazioni delle opposizioni

Il leader laburista Jeremy Corbyn, non ha, di certo, atteso per rispondere alle accuse d’inadeguatezza lanciategli dalla premier conservatrice e ha contrattaccato colpo su colpo.

Dopo aver bollato la May come “non credibile”, ha accusato la leader dei Tories di essersi contraddetta, visto che, nei mesi precedenti, aveva a più riprese affermato la propria volontà di non indire nuove elezioni.

Ha terminato il suo discorso ricordando le promesse infrante dal partito di governo, che avrebbe portato alla crisi della sanità e all’aumento del divario tra ricchi e poveri all’interno della società inglese.

La leader dello Scottish National Party e “first minister” di Edimburgo, Nicola Stungeon, prima di fare il suo ingresso a Westminster, ha dichiarato che una grande affermazione del proprio partito alle prossime elezioni, potrebbe bloccare il piano della premier May di fermare il referendum scozzese.

Ad oggi, inoltre, la Stungeon considera il proprio partito come la vera opposizione in seno al parlamento inglese e che il vuoto di potere lasciato dai Labour, potrebbe favorire una rapida ascesa del partito scozzese.

L’Europa non sta a guardare

Intanto però l’Europa non rimane a guardare e anzi, dopo l’annuncio della premier inglese, si sono susseguite dichiarazioni tutt’altro che concilianti nei confronti di Londra e dell’obiettivo perseguito dalla May di costruire una più forte leadership per meglio trattare con l’Unione Europea.

Il primo a rilasciare una dichiarazione è stato il vice portavoce del governo tedesco che dopo aver informato della chiamata tra la premier tedesca e la collega inglese, ha dichiarato che le nuove elezioni “non pregiudicheranno il proseguimento delle trattative” tra UE e Regno Unito e che i negoziati “continueranno indisturbati”.

Poi è stata la volta del meno diplomatico leader del gruppo “Socialisti e Democratici” al parlamento europeo, Gianni Pittella, che si è detto basito e preoccupato dalla decisione di andare a voto anticipato preso dalla leader inglese; in più ha espresso seri dubbi sul fatto “che un mandato di “Hard Brexit possa favorire le richieste britanniche” e che questo “potrebbe viceversa irrigidire la Ue.”

Alla fine della sua lunga dichiarazione, ha aggiunto che “atteggiamenti arroganti e muscolari non pagano. Chi se ne va deve pagare la sua parte di conto”.