Il bilancio, al momento, è di 254 morti, ma sembra destinato a salire. Un'enorme frana ha travolto la città di Mocoa, nel sud della colombia, provincia di Putumayo (a circa 500 chilometri da Bogotà). La tragedia, verificatasi il 1° aprile, è stata causata dall’esondazione dei tre fiumi della zona, Mocoa, Sangoyaco e Mulatos. L’intera città, che conta 36.000 abitanti, è stata devastata.
L’area, immersa nella foresta amazzonica, al confine tra Colombia, Ecuador e Perù, è particolarmente impervia e difficile da raggiungere, e questa situazione ostacola ulteriormente i soccorsi.
Mocoa, infatti, è raggiungibile quasi esclusivamente per via aerea. L’unico collegamento terrestre si trova nei pressi della città di Pasto, e consiste in una strada particolarmente impervia e stretta, che si arrampica con difficoltà lungo i pericolosi tornanti delle montagne andine.
La frana si è abbattuta con enorme violenza, mentre l’intera città dormiva. Mocoa è tuttora sepolta dal fango. Tra le vittime accertate e identificate ci sono anche 62 minori. Un ostello che ospitava diversi turisti stranieri è stato raso al suolo: al suo interno ci sarebbero stati due italiani di cui non sono state diffuse le generalità. In queste ore, l'Unità di crisi della Farnesina sta collaborando con le autorità colombiane per organizzare le ricerche e dare sostegno alle famiglie.
Gli altri stranieri presenti lungo l'area devastata sarebbero due israeliani e un russo.
La città di Mocoa è da tempo una grande attrattiva turistica - nonostante le difficoltà di raggiungimento - per la bellezza della foresta amazzonica, per la presenza di tribù indigene nelle zone limitrofe e, soprattutto, per la meraviglia dei suoi paesaggi di montagna.
L’intera regione, però, da sempre è soggetta a smottamenti e frane dovuti alle incessanti piogge tipiche di questo periodo dell’anno, ma che nelle ultime stagioni si sono eccessivamente intensificate (molti esperti e studiosi addebitano il rafforzamento dei monsoni al surriscaldamento globale). Inoltre il disboscamento progressivo dell’area contribuisce ad acuire una tragedia che ha colto la popolazione locale completamente impreparata.
Reazioni della politica
Il presidente Santos (Premio Nobel per la Pace nel 2016) ha annullato una visita di Stato a Cuba, in seguito alla tragedia, e ha dichiarato: "Il mio cuore e quello di tutti i colombiani è con le vittime".
Intanto la pioggia continua a cadere incessantemente su Mocoa. Si teme, di conseguenza, la rapida diffusione di malattie a causa della mancanza di igiene, poiché anche i centri di soccorso e le tendopoli sono ancora invasi da fango e detriti. Inoltre non bisogna dimenticare la noncuranza delle persone, dopo l’iniziale interesse e commozione.
Il viceministro degli Esteri, Mario Giro, ha affermato: "L’Italia, attraverso il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (Cisp) ha attivato in loco una equipe per fornire sin da subito assistenza di emergenza nelle aree colpite dal disastro. Stiamo operando in coordinamento con il sistema delle Nazioni Unite e il governo colombiano, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia di Bogotà".