Potrebbe quasi sembrare una delle storie che normalmente si raccontano nei bar di provincia per passare un po' di tempo se non fosse che, quella che stiamo per raccontarvi, è accaduta per davvero. Ma per lo meno ha avuto un lieto fine. Pochi giorni addietro, il 5 aprile per la precisione, una giovane parrucchiera di oggiono, in provincia di Lecco, decide, dopo aver badato con scrupolo alle sue clienti, di dedicare un po' di tempo a se stessa facendosi acconciare i capelli da una sua collaboratrice, all'interno della propria attività commerciale.

Multata per non avere emesso fattura a se stessa

Alla fine del turno di lavoro i ligi agenti della Guardia di Finanza di Lecco, durante un normale servizio di controllo finalizzato alla tutela del consumatore e del rispetto sulle norme fiscali, fermano la dipendente alla fine del turno di lavoro e chiedono di mostrare loro la fattura della prestazione eseguita alla propria titolare. Nello sgomento generale, forse pensando quasi ad uno scherzo, le due donne non hanno invece capito quanto seria fosse la questione ed i Finanzieri, per una presunta inosservanza del DPR 633/72, elevavano una sanzione di 500 euro per la mancata fatturazione della prestazione lavorativa.

Prevale il buonsenso

Certo saranno state giornate di profonda frustrazione, quelle successive all'accaduto, vissute dalla giovane parrucchiera di Oggiono che avrà continuato a chiedersi, insieme ad amici e parenti, come una cosa del genere sia potuta accadere.

Ma, per fortuna, come dicevamo inizialmente, questa storia ha avuto un lieto fine. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Lecco, infatti, ha provveduto ad annullare il verbale redatto nei confronti della parrucchiera di Oggiono per l'omesso rilascio della ricevuta fiscale per una "inesatta interpretazione della norma tributaria da parte della pattuglia operante".

Da una apposita nota del Comando Provinciale GDF di Lecco si apprende che, dopo aver valutato la faccenda in maniera più approfondita, si è verificato che il caso rientrava in quella fattispecie di prestazioni effettuate dal titolare di una attività a proprio consumo e che, seppur fosse stata materialmente effettuata da una assistente senza corresponsione di un pagamento, l'importo della stessa non avrebbe comunque superato i 50 euro e, quindi doveva essere considerata esente da IVA e dalla conseguente necessità di emissione di ricevuta fiscale. Insomma, questa volta è andata bene alla giovane acconciatrice di Oggiono che, sicuramente, adesso starà tirando un bel sospiro di sollievo.