Cinquanta giorni per morire. Cinquanta regole per strapparsi alla vita. È allarme Blue Whale anche in Italia, dove diversi adolescenti decidono di seguire le regole del “gioco” e di incontrare la morte. Letteralmente tradotto come “balena blu”, il gioco mortale ideato da un ventiduenne ha inizialmente provocato la morte di 157 ragazzini russi, che sono ingenuamente caduti ancora una volta nella trappola mortale del web. Non a caso, le ultime ricerche frequenti sui motori di ricerca riguardano proprio il gioco e le sue regole, che prevede atti di autolesionismo e comportamenti strani, che divorano giorno dopo giorno la fragilità dei più giovani: tale "gioco" sta diventando la vera e propria piaga sociale del momento.
Migliaia di genitori, infatti, sono stati messi al corrente e avvertiti a riguardo, al fine di controllare più spesso e con più attenzione l’atteggiamento dei propri figli, per evitare che l’incubo si diffonda ulteriormente e per mettere fine ai crescenti suicidi. L’ultimo caso, effettivamente, è stato registrato a Ravenna, dove una ragazzina di 14 anni ha postato su Facebook la foto dei tagli procurati sul braccio col simbolo del gioco, una balena per l’appunto; il cellulare dell’adolescente è stato ritirato dalle autorità che si adopereranno per approfondire le ricerche in merito. Altri sono i casi simili, registrati in Italia, dove ormai è allarme. Quel che fa rabbrividire è infatti il modo in cui l’età della spensieratezza affronti la paura di morire e come il web stia totalmente rovinando l’esistenza di migliaia di ragazzi.
Prendere confidenza con l’altezza, osservare il vuoto, procurarsi atti di autolesionismo, sono solo alcuni degli esempi del gioco assurdo che porta alla morte. Sono sempre in continua crescita anche i siti che inducono al suicidio. Quel che impressiona – come sottolineano anche gli agenti della polizia postale – è l’appoggio dei ragazzi tra di loro e l’invitarsi ad atti di autolesionismo fino al suicidio, che prevede il lancio nel vuoto dall’ultimo piano di un palazzo molto alto, sotto gli occhi della videocamera.
Ciò fa pensare ad un vero e proprio incubo nascosto dietro ad un gioco: il fenomeno infatti evidenzia un profondo disagio psicologico diffuso tra gli adolescenti, che cercano ingenuamente un modo per avere più ascolto ed attenzione e per uscire dal baratro del mondo social che li sta completamente eclissando.