"Tredici" arriva in Italia su Netflix: per la prima volta in Italia il 31 marzo 2017, sul servizio di video on demand Netflix una delle serie televisive più controverse degli ultimi tempi. Ad accendere le controversie è la trama della serie. Infatti la prima puntata di 13 reason why, basato sul bestseller di Jay Asher, racconta la storia del suicidio di una giovane ragazza e del ritrovamento, da parte di un suo compagno di scuola, di alcune audiocassette che spiegano i tredici motivi che l’hanno spinta a compiere il gesto estremo. Il ragazzo tenterà di comprendere quale sia stata la vera ragione che ha spinto al suicidio la sua giovane amica scoprendo di essere stato anche lui una causa.

Spicca il nome di Selena Gomez tra i produttori della serie.

Complimenti, controversie e suicidio scenico

La serie televisiva ha ricevuto i complimenti della critica per la capacità di toccare dei temi molto delicati come il suicidio, il bullismo e la violenza sessuale ma non mancano le polemiche. Certo una serie televisiva non ha mai ucciso nessuno eppure si teme il fenomeno della viralità e la possibilità che questi temi influenzino i comportamenti dei teenagers . A spaventare sono i possibili effetti del suicidio scenico, infatti Il Washington Post ha riportato che numerose scuole in Florida hanno osservato un aumento nei suicidi e nei comportamenti autolesionisti da parte degli studenti e che alcuni di questi studenti hanno associato tali azioni a quanto visto in 13 reason why.

Di chi è la colpa? Il caso Blue Whale

Infatti la società odierna vive costantemente il dramma della viralità e dell’emulazione. Spesso ad essere accusati sono gli strumenti di diffusione, in particolare i social setwork. In realtà lo strumento di diffusione può sicuramente amplificare le conseguenze di messaggi e contenuti negativi ma a fare la differenza è la libertà di giudizio dell’utente che fruisce di tali contenuti.

Esempio perfetto del fenomeno di emulazione è il caso Blue Whale, entrato nelle case degli italiani grazie al servizio delle Iene. La cosa preoccupante che si sta amplificando la viralità del fenomeno con un aumento nella ricerca delle cinquanta regole che dovrebbero portare al suicidio dell’individuo. Nato in Russia, il macabro gioco, avrebbe già portato alla morte 157 adolescenti e coinvolto un italiano, per lo meno secondo alcune interpretazioni. Uno dei presunti ideatori, Philipp Budeikin, è stato arrestato ed ha dichiarato di non essere pentito. Per scelta etica e morale le cinquanta regole non verranno riportate in questo articolo.