Deborah Harrison, di 37 anni, e la sua compagna, Jennifer Harrison, di 30, sono state arrestate e condannate da un tribunale inglese a Hull City nello Yorkshire. Dovranno scontare entrambe 4 anni e 4 mesi di reclusione per le reiterate violenze commesse ai danni di Alex Hickie, la figlia 16 enne di Deborah, ritenuta d'intralcio al loro amore.

I fatti risalgono al luglio del 2013. Per castigarla della sua presenza in casa, l'hanno sottoposta alle peggiori angherie, soprusi e mortificazioni fino a colpirla con un martello.

34 martellate alla 16 enne affamata che aveva rubato dei dolci

Neanche nel più crudele racconto per bambini o nel più spaventoso film horror. Le due donne lesbiche, Deborah e Jennifer, rispettivamente la madre naturale e la "matrigna", vessavano, umiliavano e affamavano la loro figlia di 16 anni, Alex Hickie.

Nella loro casa di Bempton, nello Yorkshire orientale, la sottoponevano a ogni specie di umiliazione e crudeltà: tenere la faccia nel porridge, dover dormire nella cuccia del cane, fare docce fredde. Ma il culmine dell'orrore e della crudeltà è stato raggiunto quando, dopo averla sorpresa a rubare dolci, visto che le impedivano di mangiare, le hanno inferto 34 martellate, una per ogni confezione di dolcetto trovato nella camera da letto dell'adolescente.

E' un miracolo che sia sopravvissuta. La storia, oltre l'opinione pubblica, ha sconvolto anche Simon Jack, il giudice della corte che le ha condannate: "è il più grave caso di vessazioni e violenze corporali che io abbia mai affrontato", ha detto il togato.

Un'adolescente tra due streghe sull'orlo del suicidio

Per le violenze ripetute nei confronti dell'allora sedicenne, madre e matrigna furono scoperte.

Le denunciò la ragazza che dopo le martellate fu portata in ospedale. In aula durante l'udienza, ha spiegato che era arrivata a pensare al suicidio come soluzione meno dolorosa rispetto alla terribile condizione che viveva.

Al processo Deborah e Jennifer che hanno anche lo stesso cognome, hanno negato le violenze compiute e durante l'esame incrociato hanno accusato loro Alex di aver inventato tutto, di essersi procurata da sola dei colpi con il martello, di aver ferito il coniglio e il cane di casa per attirare l'attenzione delle due genitrici.

La ragazza in lacrime, viceversa, ha raccontato che una volta la matrigna le ha puntatato addosso un coltello anche se poi non l'ha usato, di essere stata malmenata con una spazzola, con un telecomando, e che con il martello ha cominciato a colpirla la matrigna per continuare poi la madre.

La crudeltà di due aguzzine

La coppia lesbica voleva un altro figlio e privava Alex di tutto, persino del cibo costringendola a lunghi periodi di digiuno per mettere da parte soldi in vista dell'inseminazione artificiale per poi dare al figlio che sarebbe venuto ciò che a lei veniva negato.

Alex Hickie dopo quei fatti non ha più vissuto con la madre ma con il padre, sebbene fosse stato accusato dalle due d'essere uno stupratore e di non volerle bene. Ora sta cercando faticosamente di ricostruire la sua vita con l'aiuto di una psicoterapia. Le due donne condannate, invece, non hanno manifestato alcun rimorso né segno di pentimento.