Dalle pagine del settimanale Oggi emerge un dettaglio particolare sul caso Yara Gambirasio: la piccola, per il cui omicidio è stato condannato all'ergastolo in primo grado Massimo Bossetti, aveva le scarpe ma i calzini erano insanguinati. Si infittisce, quindi, la trama di misteri intorno al giallo, per cui anche il giornalista Gian Gavino Sulas ha espresso i suoi dubbi in un'intervista a Pomeriggio 5. E intanto, ritorna la tesi dell'esistenza di un fratellastro di Bossetti, su cui pende la presenza di una misteriosa lettera scritta nel 2013.
Yara: il mistero dei calzini sporchi di sangue
L'autopsia di Yara Gambirasio avrebbe confermato l'assenza di ferite ai piedi della ragazzina, scomparsa a Brembate di Sopra nel novembre 2010 e ritrovata morta in un campo, a Chignolo d'Isola, solo tre mesi più tardi. Ma il settimanale Oggi riporta un dettaglio che sarebbe un ulteriore mistero nel mosaico imperfetto sulla morte della ginnasta. Nonostante avesse le scarpe, infatti, i calzini della piccola avrebbero chiazze del suo stesso sangue. A rivelarlo sarebbero stralci della relazione del Ris di Parma, entro le 69mila pagine del fascicolo sul processo al muratore di Mapello, diversamente da quanto affermato dalla Corte di Bergamo che indica la presenza di chiazze bruno-rossastre di imprecisata natura.
Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, il dossier del Ris conterrebbe, invece, una definita indicazione circa le macchie sui calzini di Yara: sangue della vittima.
L'audio contenente i dubbi di alcuni agenti del Ris
Siamo alla vigilia del processo, che si aprirà il prossimo 30 giugno in Corte d'assise d'appello a Brescia e continuano incessanti le indiscrezioni sull'omicidio di Yara Gambirasio.
Non ultimo, l'audio di una conversazione in cui sarebbe espresso il dubbio di alcuni agenti del Ris dopo il ritrovamento della ragazza: "Secondo te è lì da tre mesi?" avrebbe chiesto uno di loro a un collega, durante un'operazione di sorvolo dell'area in cui fu ritrovato il cadavere di Yara. Si tratta di un elemento che desterebbe più di un sospetto sul fatto che effettivamente Yara potesse trovarsi in quel campo sin dal momento della scomparsa.
La tesi del fratellastro: il mistero della lettera
E continuano a rincorrersi senza sosta le voci sulla possibile esistenza di un fratellastro di Bossetti, lanciata tra le righe dalla stessa madre del condannato, Ester Arzuffi: la donna aveva dichiarato ai microfoni della trasmissione Bianco e Nero di nutrire forti sospetti sull'essere stata inseminata artificialmente a sua insaputa.
L'ipotesi della donna non è mai stata considerata così peregrina dai consulenti della difesa, ma per l'accusa è una circostanza impossibile, sia perché la pratica, all'epoca, non era legale in Italia sia perché si tratterebbe di una coincidenza impensabile che quel seme appartenesse proprio al padre dell'assassino di Yara, Ignoto 1.
Una misteriosa donna nel 2013 avrebbe indirizzato una lettera alla procura di Bergamo, in cui dichiarava di aver avuto un figlio da Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno identificato come il padre di Massimo Bossetti (per l'accusa Ignoto 1).
Questo figlio sarebbe stato dato in adozione, e per la difesa potrebbe essere un fratellastro di Bossetti. Come dichiarato a Pomeriggio 5 dal giornalista Gian Gavino Sulas, l'impianto accusatorio si fonda sul DNA ma la difesa "non discute sulla paternità ma sulla maternità: Ignoto 1 e Bossetti potrebbero essere figli di due donne diverse".