Ester Arzuffi inseminata a sua insaputa alla fine degli anni '60? Secondo i più è un'ipotesi fantascientifica, non ultima la considerazione che la pratica, all'epoca, in Italia era ancora un tabù. Eppure, a supportare la tesi della madre di Massimo Bossetti c'è un consulente incaricato dalla famiglia per per esaminare le cartelle cliniche della donna e verificare l'attendibilità della sua versione dei fatti. Si tratta di Carlo Infanti, che in un'intervista a Pomeriggio 5 ha dichiarato che ci sono margini di assoluta possibilità in quanto raccontato dalla Arzuffi.

Inseminata inconsapevolmente, spunta il secondo ginecologo

L'inseminazione artificiale sarebbe stata dunque letteralmente 'subita' dalla madre di Bossetti: sostiene anche che nessuno l'avesse mai informata di quella pratica. Vittima inconsapevole di un ginecologo e dei suoi esperimenti per farle portare a termine le gravidanze, in quadro clinico di elevato rischio d'aborto: questa la tesi rilanciata in tv da Ester Arzuffi. Il ginecologo è morto, non potrà mai fornire la sua versione, confermare o discolparsi: d'altronde, se così fosse, si tratterebbe di una procedura totalmente illecita, sia per il periodo in cui sarebbe stata eseguita sia per la totale assenza del consenso della paziente.

Cosa pensa il consulente

Carlo Infanti ha analizzato i documenti relativi alle condizioni cliniche di Ester Arzuffi nel periodo a cui la donna ascrive la fecondazione assistita. Sulla base degli studi su quelle carte, il consulente ha dichiarato quanto segue:

"La possibilità c'è assolutamente. Non c'è nessuna prova, nulla che lo dia per certo, però c'è da fare un piccolo chiarimento: in realtà i ginecologi sono due".

Il primo, su cui non ricadono i sospetti della donna, le avrebbe somministrato una cura piuttosto blanda, il secondo (quello 'incriminato') l'avrebbe sottoposta ad una terapia "totalmente diversa", una serie di cure che la stessa Ester descrive come "molto forti".

Infanti prosegue a Pomeriggio 5 specificando che la signora Arzuffi, nella lettera che gli ha inviato, ha fatto importanti dichiarazioni sul secondo medico: "Lei dice che quando entrava nello studio del medico, e questo me lo scrive nella sua lettera, faceva uscire tutti: il marito, le infermiere, e stavano soli.

La cosa incredibile è che lei in questa lettera mi descrive come era quello studio: ha dei ricordi molto precisi. Ma lei non pensa alla pma (procreazione medicalmente assisitita, ndr), sono io che arrivo a questa deduzione e dico 'ma perchè una mamma che ha un figlio in carcere continua a ostinarsi di dire una bugia così grossa (...) e questo mi porta a dire 'e se dicesse la verità?'".