Un caso di cronaca doloroso quello verificatosi ieri a Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo: la trentottenne Ilaria Naldini, di Terranuova Bracciolini, solo all'uscita dal lavoro avrebbe scoperto la tragica sorte inflitta alla figlia di sedici mesi. I fatti si sarebbero verificati nel seguente modo: come ogni giorno, Ilaria Naldini è uscita di casa per portare la bimba all'asilo, dirigendosi poi verso il comune di Castelfranco di Sopra, dove lavora come segretaria. Qualcosa è andato probabilmente storto perché, caricata la piccola Tamara in auto, la madre ha dimenticato la tappa intermedia: lasciare la piccola all'asilo.

Prima il coma e poi la morte

Quando la madre è scesa dalla sua Ypsilon 10 per dirigersi verso l'ufficio, non s'è accorta di aver dimenticato in auto la piccola Tamara. L'auto, parcheggiata davanti al comune, è rimasta al sole per sei ore, portando la sfortunata bambina alla lenta agonia e all'inevitabile morte. E' noto che quando si ha un colpo di calore, entrano in funzione dei meccanismi che tentano di raffreddare il corpo. In primis, la sudorazione, che però non è sufficiente se non si porta all'ombra la persona in ipertermia, la si fa fa bere per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione, e la si avvolge con un asciugamano bagnato. In caso contrario, la temperatura corporea aumenterà finché, superati i 40 gradi, arriveranno prima al coma e poi la morte.

Accuse di omicidio colposo per la madre di Tamara

La madre, oggi indagata di omicidio colposo per la morte della piccola Tamara, ha lasciato un segno indelebile nella piazza poco distante il comune, quando, mentre usciva dal parcheggio facendo retromarcia, si è voltata per guardare dietro il vetro e ha visto la figlia dimenticata sul sedile.

Ancora echeggiano nelle orecchie degli abitanti la zona e della piccola folla di gente ammassatasi intorno all'auto, le urla strazianti della donna quando ha intuito la morte della bimba. Scattato immediatamente l'allarme, si sono rivelati inutili i tentativi dei soccorritori, che hanno fatto di tutto per rianimarla.