Il “mostro di Pologhi” (una cittadina nella provincia di Dnepropetrovsk in Ucraina) Serghej Tkač, classe 1952, ex poliziotto, condannato all’ergastolo nel 2008 per 37 omicidi, nella maggioranza dei casi dei minori con stupro, spesso in forma perversa, compresa violenza carnale sui cadaveri.
La Corte Suprema ucraina che ha esaminato il caso, ha ritenuto comprovati i reati incriminati, mentre su altri 23 casi le indagini sono ancora in corso. Il criminale, già condannato all’ergastolo e scontando la pena nella prigione di Zhitomir (Ucraina), ha confessato altri 30 delitti, 'vantando', in totale, 100 omicidi.
Sono sopravvissute 8 persone vittime di tentato omicidio e stuprate dal mostro. Successivamente al primo ergastolo sono stati aggiunti altri 3 e ora il mostro deve scontare complessivamente 4 ergastoli.
L’ultima vittima era una bimba di soli 6 anni, stuprata e fatta annegare nel 2005. Il mostro ha commesso i suoi delitti in Ucraina, per 25 anni (1980-2005). Per i delitti commessi da Serghej Tkač sono stati condannati 14 innocenti, uno dei quali ha scontato 10 anni di reclusione e un altro è stato fucilato. Il padre di una ragazza 15enne vittima del mostro, sospettato dagli investigatori di essere stato l’autore dell’efferato delitto, si è impiccato nella cella dove era detenuto in custodia cautelare.
Il serial killer ha alle spalle 3 matrimoni e 4 figli. Una ragazza russa della città di Yaroslavl, di nome Elena, ora 24enne, ha subito il fascino del mostro e ha avuto un colpo di fulmine quando aveva solo 16 anni quando ha visto il serial killer in TV durante il processo. Ci ha messo ben 7 anni per rintracciarlo, scrivendo a diverse amministrazioni penitenziarie finché non l’avesse trovato nella prigione di Zhitomir in Ucraina.
Poi si è unita a lui in matrimonio, prendendo il cognome del marito. La prima volta, durante una visita autorizzata, hanno potuto comunicare soltanto con il telefono, guardandosi attraverso il vetro antiproiettile. Poi i rapporti sono diventati più stretti e più intimi fino a coronarsi con il matrimonio e il 24 dicembre del 2016 è nata la figlia chiamata Elizaveta.
All’incontro con la moglie Serghej Tkač si presenta con le manette ai polsi e accompagnato da due guardie armate di Kalashnikov e con cani lupo al guinzaglio. I coniugi si attendono dall’incontro attuale il concepimento di un’altra figlia che sarà chiamata Ekaterina, poi seguirebbe il figlio Pietro. Tutti i nomi hanno un valore simbolico, la prima figlia è Elizaveta I, la seconda sarebbe Ekaterina II e il figlio sarebbe Pietro I (come lo zar Pietro il grande, e le prime due – come le zarine). Il mostro si vanta che il suo liquido seminale sia molto fertile e non avrà alcuna difficoltà a fare altri due figli. Il futuro, come lo vede il serial killer alla pari di Evilenko-Chikatilo, è roseo: andare in Estremo Oriente russo sul lago Baikal, lontano dalla civiltà e ferrovie, vivere a proprio piacimento e educare i nipotini…
La differenza d’età, 38 anni, non fa paura al pluriomicida che si sente pieno di forze. Quanto alla libertà, è semplice: la moglie è disposta ad assoldare unità di forze speciali ucraine che combattono nel Donbass, sferrare un assalto alla prigione e liberare il suo amoroso.