Genova, 29 luglio – Arriva alle 2.35 della notte al pronto soccorso dell’ospedale di Galliera Adele De Vincenzi, sedicenne di Chiavari , in provincia di Genova, vittima - come informava la chiamata al 118 - di un malore nella notte; morirà 40 minuti dopo per arresto cardiaco dovuto all’assunzione di mdma.

Il teatro di questa tragedia è stato il quartiere San Martino di Genova, nel quale un gruppo di giovani amici a cui la giovane deceduta apparteneva si era riunito per una notte all’insegna dell’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, in particolare di pasticche di MDMA, la comune metanfetamina/ecstasy, droga che ha iniziato a diffondersi in modo vasto e capillare tra i giovani negli anni ‘80 e ‘90 e purtroppo abusata oggi da un numero sempre crescente di adolescenti (anche pre-adolescenti).

Il consumo di svariate sostanze stupefacenti è un’annosa, se non secolare, piaga sociale ed è descritta oggi da diversi organi di informazione. Uno di questi è l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, che riporta alcuni dati allarmanti e che inducono alla riflessione: il 55% degli adolescenti beve alcolici, il 31% fuma hashish e/o marijuana, il 4% fa uso di cocaina e il 3% di pasticche e droghe sintetiche. Il 24% degli adolescenti italiani fa un mix di più bevande alcoliche nell’arco della stessa serata con lo scopo di ubriacarsi

La giovane Adele aveva passato la sera a casa dell’amico Gabriele Rigotti (19 anni), che vive in una stanza in affitto in via Coirridoni. Qui, insieme ad altri giovani, è presente il ventunenne fidanzato di Adele Sergio Bernardin ed un’altra ragazza minorenne amica della De Vincenzi; questo è il luogo dove viene consumata - non per la prima volta come vedremo in seguito - la droga per lei letale.

La Squadra Mobile di Genova riferisce che la sostanza sarebbe stata acquistata da uno spacciatore di Busalla (piccolo comune alle porte di Genova), un italiano anch’egli minorenne (17 anni) e denunciato a piede libero dall’Autorità Giudiziaria visto che, in seguito ad una perquisizione, presso la sua residenza sono stati rinvenuti e sequestrati un bilancino di precisione e del denaro ritenuto provento di spaccio.

Una volta assunta la sostanza il gruppo si dirige verso il centro della città per passare da alterati il resto della nottata ma una volta arrivati nei pressi della stazione ferroviaria di Brignole Adele inizia a sentirsi male, e le sue condizioni peggiorano sempre più velocemente mentre i suoi amici si apprestano a chiamare i soccorsi: la chiamata al 118 risulterà tanto tempestiva quanto inutile.

Il direttore del pronto soccorso dell’ ospedale Galliera Paolo Cremonesi descrive così l’arrivo della ragazza: “E' arrivata al pronto soccorso in coma profondo, abbiamo avviato subito la rianimazione, siamo andati avanti per quasi un'ora, ma non si è mai ripresa”; il medico riferisce che casi come questo sono in aumento, era intervenuto in un caso simile di una ragazza che aveva partecipato a un rave ad Oregina, giunta al suo reparto sempre in coma ma, in quel caso, erano riusciti a salvarla.

Gli investigatori intanto arrestano e mettono sotto torchio i due ragazzi, i quali ammettono: “Non era la prima volta che prendevamo l'MDMA. Lo facevamo ogni tanto per sballarci nel fine settimana, ma non eravamo mai stati male”.

In seguito all’evento ed all’identificazione dei giovani che avevano ceduto la droga alla ragazza le forze dell’ordine perquisiscono l’abitazione del Rigotti, trovandovi altri tre grammi della sostanza che aveva ucciso Adele, oltre ad una confezione di funghetti allucinogeni, questi ultimi non ancora consumati, visto che il pacchetto non era stato aperto. I due ragazzi sono accusati di spaccio aggravato e di morte come conseguenza

Episodi del genere, legati alla droga ed in particolare alla metanfetamina, non sono nuovi né inediti per la città di Genova: lo scorso 13 maggio una ragazza di 17 anni era deceduta dopo una serata passata assumendo crack e hashish a casa di un’amica venticinquenne di origini ecuadoriane.

Quest’ultima lavorava come badante presso una famiglia in un appartamento nel quartiere di Borgoratti, le due erano state trovate in fin di vita proprio dal proprietario di casa. La diciassettenne non era sopravvissuta alla serata di eccessi, forse perché ,insieme all’amica che invece si era salvata, aveva iniziato a consumare droghe soltanto da un mese.

Adele De Vincenzi aveva perso sua madre da appena un anno, sul suo profilo Facebook aveva scritto: "Ridammi solo un giorno per stare con te per capire che bello c'è oltre a questo. E capire che senza di te, mamma, non è più lo stesso". Questo è quanto racconta il padre di Adele all’ospedale dove giace temporaneamente il corpo della figlia, commentando l’accaduto con poche parole: “Non è possibile”; in seguito l’uomo avrà un malore presso l’ospedale. Una volta dimesso, è tornato a casa sua a Chiavari, dove vive con l’altro suo figlio.