La lunga questione siriana sta portando ad esiti impensabili. L'alleanza tra l'esercito di Damasco e le milizie libanesi Hezbollah è storia nota, queste ultime stanno dando un contributo fondamentale alle truppe regolari siriane nella guerra contro l'Isis e le milizie ribelli ex qaediste. La notizia che ha del clamoroso è la decisione di Beirut: lo scorso 18 agosto l'esercito libanese ha dato il via ad una campagna indirizzata a liberare i rilievi al confine con la Siria dalla presenza delle milizie jihadiste, costituite dal Movimento per la liberazione del Levante il cui grosso delle forze è costituito da ex affiliati ad Al-Qaeda.
I soldati libanesi si muovono praticamente in parallelo con l'esercito siriano ed i suoi alleati, tra cui appunto Hezbollah, il cui obiettivo è quello di 'ripulire' il confine tra Siria e Libano, sul fronte siriano ovviamente, dall'integralismo sunnita.
Una notizia diffusa con cautela
Quanto sta accadendo al confine Nord Orientale del Libano è passato quasi sottotraccia sui media internazionali. L'intenzione di Beirut, infatti, è quella di non lasciar trasparire un'azione bellica che abbia in qualche modo interessi in comune con la Siria di Assad e, soprattutto, con le milizie Hezbollah. Motivo per cui, c'è stata una certa cautela nel diffondere notizie sull'attuale campagna militare. Fonti da Beirut assicurano che non c'è alcun coordinamento con l'esercito siriano e con i miliziani loro alleati, ma è evidente che tutti stanno conducendo la stessa guerra.
La questione siriana, pertanto, finisce per stravolgere equilibri storici consolidati da circa trent'anni, nell'ambito dei quali la minaccia jihadista è oggi il problema più urgente da risolvere. La guerra all'Isis ed alle altre milizie islamiste è, principalmente, una guerra interna all'Islam e questo è sempre stato un dato di fatto.
Un aspetto evidenziato dalla decisione di Beirut di affiancare, anche se non ufficialmente, le operazioni belliche dell'esercito siriano. Negli anni '80 i falangisti libanesi combattevano la Siria che includeva idealmente l'intero Libano nella propria mappa geografica. Oggi i nemici giurati di un tempo stanno diventando potenziali alleati.