"Ai nostri clienti Ebrei, donne, uomini e bambini, Vi chiediamo di fare la doccia prima e dopo il bagno. Se non seguite questa regola, saremo costretti ad escludervi dalla piscina. Grazie per la vostra comprensione", questo anomalo e "sinistro" avviso, rivolto esclusivamente ai clienti ebrei, è comparso all' 'Aparthaus Paradies', un albergo di Arosa nella regione montana orientale della Svizzera. A scorgerlo e indignarsi, è stata una famiglia ebrea ortodossa che vi soggiornava. I clienti hanno fotografato e postato l'avviso su un social network.

Il caso è scoppiato all'istante. Immediate le accuse di antisemitismo e l'incidente diplomatico tra la Svizzera e Israele che pretende scuse ufficiali.

Un cartello antisemita

Un hotel tra le Alpi svizzere frequentato da famiglie che vanta una consolidata clientela di ebrei ortodossi. Tutto bene finché è comparso un cartello con invito, rivolto per l'appunto solo ad ebrei, di fare la doccia prima di entrare in piscina. L'avviso-ingiunzione, ha offeso una famiglia di ebrei ortodossi che alloggiava nell'hotel e che l'ha reso noto pubblicandolo sui social. Poi, al ritorno in Israele, ospite della tivù "Channel 2", il capofamiglia ha denunciato l'accaduto. Immediate sono state le reazioni del mondo ebraico a cui quell'esortazione rivolta solo agli ebrei ha ricordato i cartelli antisemiti nella Germania nazista.

L'ambasciatore israeliano in Svizzera ha comunicato che i cartelli sono stati rimossi. Ma ormai l'incidente diplomatico c'è tutto. Su Twitter, la vice ministro degli Esteri Tzipi Hotovely accusa: "Il gesto è un segno di antisemitismo della peggior specie", quindi invoca giustizia e chiede le scuse ufficiali da parte del governo svizzero.

Mentre il centro "Simon Wiesenthal" vuole la chiusura dell'albergo e invita il sito "Booking" a levare la struttura dall'elenco degli hotel suggeriti in Svizzera. Rammaricato, l'ufficio nazionale del turismo svizzero ha parlato di "uno sgradevole incidente".

Le scuse della direttrice: 'Errore d'ingenuità'

La direttrice e proprietaria Ruth Tohmann, dopo il polverone che ha provocato, è corsa ai ripari.

Ha tentato di giustificarsi dicendo che alcuni clienti dell'albergo si erano lamentati perché gli ebrei ortodossi facevano il bagno vestiti. Poi ha ammesso di aver sbagliato. Sostiene di aver scritto un pò "ingenuamente" quel cartello e che avrebbe dovuto rivolgere l'avviso a tutti i clienti, ma non c'era alcun intento antisemita.

Un altro avviso discriminatorio

Nelle cucine dell'hotel era comparso però anche un altro avviso dello stesso tenore: si chiedeva alla clientela ebrea di accedere ai frigo per prendere alimenti kosher solo in certi orari: "Ai nostri clienti ebrei: è possibile accedere al congelatore nelle fasce orarie 10 -11.00 e 16.30-17.30. Speriamo comprendiate che il nostro team non ama essere disturbato continuamente".

Un secondo cartello a detta dei clienti interessati, della comunità ebraica e dell'opinione pubblica israeliana, che conteneva qualcosa di più di "semplici" elementi di scortesia. Per le autorità israeliane, il "germe" dell'antisemitismo è vivo e pericolosamente diffuso in Europa.