L'assessore Regionale Paolo Panontin comunica i primi dati e fa il bilancio dei danni dopo il nubifragio del 10 agosto. I dati:
- Centoventi comuni colpiti
- Duecento interventi dei Vigili del Fuoco
- Circa mille Volontari della Protezione Civile al lavoro
- Oltre 2000 chiamate Carabinieri e Polizia di Stato
- 100.000 abitazioni senza elettricità
E così che si è svegliato il Friuli Venezia Giulia l'undici agosto di quest'anno.
Bilancio
"Ringrazio i sindaci, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e le forze dell'ordine, ma soprattutto ringrazio i Friulani perché ancora una volta hanno saputo rimboccarsi le maniche e reagire." Cosi' Paolo Panontin, assessore alla protezione Civile regione Friuli Venezia Giulia, esordisce comunicando il resoconto e le stime dei danni della tromba d'aria che il 10 agosto ha investito la regione "138 milioni di euro è la stima dei danni" continua il Panontin "a questi dobbiamo sommare i disagi procurati alla popolazione: abitazioni, intere colture perdute, danni alle fabbriche e a tutto il cuore pulsante della regione".
Attraverso il canale web messo a dispozione dalla Protezione Civile sono arrivate le comunicazioni dei vari comuni, in tempi decisamente brevi, si fa riferimento a varie strutture come edifici pubblici, abitazioni, aziende, negozi e In tempi brevi, si porterà all'attenzione del Governo e dei vari dipartimenti di competenza. Ovviamente questi sono dati preliminari ma necessari ed importanti per richiedere al Governo lo "stato di emergenza nazionale" per far in modo che la regione sia sonvenzionata per il ripristino ed il progressivo ritorno alla normalità.
Oltre 60 milioni di danni ai privati
Più di quaranta milioni di euro i danni per il settore primario, il settore agricolo è quello che ne ha risentito di più (circa 600 ettari di frutteti danneggiati, colture a seminativo con una perdita di oltre 3000 ettari), altri 16 milioni per le aziende e circa 10 milioni per edifici e altre strutture, tanto per intenderci centosettanta coperture distrutte e altre milletrecento danneggiate e quasi millecinquecento impianti fuori uso o seriamente danneggiati.
Si stima in oltre che il vento, che soffiava a centotrenta km/h, abbia danneggiato ben 14.650 metri cubi di bosco e foresta friulana portando ad una rimozione di alberi, terriccio e ramaglie per un totale che sfiora i 50.000 quintali di materiali. Nella speranza che tutto torni alla normalità e che lo Stato non volti lo sguardo in altre direzioni, il Friuli continua il suo lavoro di risanamento e ricostruzione.