Soffocato da un pomodorino ciliegino coltivato nell'orto di casa, ingerito in un attimo di distrazione dei genitori. E' morto così il piccolo Michele Pozzi, un bambino che lo scorso 4 agosto aveva appena compiuto 3 anni. La tragedia è avvenuta mercoledì sera a Suzzara, in provincia di Mantova, nell'abitazione dove il piccolo viveva con la mamma, il papà e un fratello più grande. La famiglia era appena tornata da una settimana di vacanze al mare e la mamma stava preparando la cena quando il bambino, non visto, si è diretto nell'orto.
La tragedia nell'orto di casa
Il piccolo Michele mercoledì sera ha preso da una piantina dell'orto di casa un pomodorino ciliegino e se l'è messo in bocca. Non è riuscito a masticarlo e gli si è fermato nella trachea. I genitori si sono accorti subito di quel che stava accadendo e hanno tentato di fare tutti gli interventi del caso, ma ogni tentativo è stato vano, sovrastato dall'ineluttabile. Una tragedia assurda che si è svolta in tempi relativamente brevi. Il papà Simone ha praticato al piccolo Michele la manovra di Heimlich per liberagli le vie aeree. E pensare che il papà l'aveva appresa frequentando un corso di primo soccorso che aveva fatto di recente proprio per essere preparato ad affrontare ogni possibile emergenza, ma praticarla non ha avuto gli esiti sperati.
Allora i genitori hanno chiamato il 118 e, in attesa dell'ambulanza, hanno chiesto aiuto a un vicino di casa, un medico, che pure ha cercato di attuare tutte le manovre possibili per farlo respirare.
Tentativi di rianimazione per un'ora e mezzo
Il calvario del piccolo Michele, e con lui di papà Simone, mamma Barbara e del fratello Pietro, purtroppo non era ancora finito.
Dall'ospedale è partita l'ambulanza con il rianimatore a bordo perché non c'era un istante da perdere, ma il bambino aveva già perso i sensi. I tentativi di rianimare il piccolo Michele sono andati avanti ad oltranza per un'ora e mezzo. I sanitari hanno tentato l'impossibile e dopo essersi a lungo accaniti, sono riusciti ad estrarre quel dannato pomodorino all'origine della sciagura.
Ma Michele era rimasto senza respirare troppo a lungo, oltre ogni limite, e il suo corpicino immobile non dava alcun segno di vita. Tragedia nella tragedia, è che in quei momenti estremi, erano arrivati i nonni materni, impazienti di salutare i loro cari tornati dalle vacanze, e invece hanno praticamente dovuto assistere nella disperazione totale alla morte del nipote.
Inutile corsa al pronto soccorso
Nessuno voleva credere che il corpicino di Michele fosse stato strappato alla vita, nessuno voleva arrendersi a questo sconcertante epilogo. E così Michele, che era era già stato intubato e sottoposto a tutte le manovre possibili, è stato portato d'urgenza al pronto soccorso di Mantova. Ma all'arrivo in ospedale, il suo cuoricino aveva cessato di battere.
La piccola salma, composta nella camera mortuaria dell'ospedale, è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria. Ma non c'è stato alcun dubbio sulla causa del decesso: il bambino era morto per arresto cardiocircolatorio causato da asfissia. La procura ha dato il nullaosta per la sepoltura. I funerali si terranno domani alle 10 presso la Chiesa Immacolata di Suzzara.