"Tu non metti pace, io sono pronto". Un omicidio annunciato quello di Nicolina Pacini, uccisa a 15 anni per "punire" sua madre. La sera prima di ucciderla, Antonio Di Paola, 37 anni, ha inviato alla mamma dell'adolescente, Donatella Rago, 43 anni, l'ex che l'aveva lasciato da un mese e se ne era andata a vivere a Viareggio per sfuggire alla sua violenza, un sms di avvertimento, l'ultimo, perentorio e definitivo. L'indomani, mercoledì, alle 7 e 30 di mattina quando ad Ischitella, Foggia, Nicolina stava andando a prendere l'autobus per recarsi a scuola, l'avviso si è tramutato in realtà.
Per vendicarsi d'essere stato mollato, Di Paola ha colpito la donna nell'affetto più caro: le ha ucciso la figlia, sparandole un colpo di pistola in viso, per poi suicidarsi. Nicolina, è apparsa subito gravissima: portata in elicottero all'ospedale di Foggia, non ce l'ha fatta ed è morta ieri mattina dopo un arresto cardiaco.
UItimo messaggio
"La notte prima lui mi ha avvertita. Più di un messaggio, mi avvertì che lui era pronto. Tu non metti la pace e io sono pronto". Donatella Rago l'ha rivelato in due interviste, la prima al programma "Mattino Cinque" quando la figlia era ancora in vita, la seconda quando Nicolina era morta. Quattro giorni prima dell'attentato, un'amica di Ischitella aveva chiamato la mamma a Viareggio per riferirle che aveva visto l'uomo vicino alla scuola della figlia.
La donna temeva che Di Paola stesse "programmando qualcosa". E così è stato. Un anno prima l'uomo aveva puntato un coltello allo stomaco dell'adolescente. Era seguita la prima denuncia. Nicolina, dopo la separazione dei genitori, a causa di una situazione di disagio familiare e per problemi economici, viveva a Ischitella a casa dei nonni ai quali era stata affidata con il fratello di 10 anni.
L'ultima volta che madre e figlia si sono sentite a telefono, hanno litigato. La madre l'aveva invitata a stare attenta. "Mi sto preoccupando perché so cosa vuole fare", le aveva detto Donatella. E l'adolescente le aveva risposto: "Ma cosa volete che mi devo segregare in casa? Le ultime parole della mamma erano state: "allora esci fai la tua vita, ciao".
E martedì sera la mamma le aveva inviato un sms invitandola a fare attenzione.
Lo sfogo della madre di Nicolina
"Si doveva fare qualcosa, non dovevano lasciarla sola". Se la prende anche con i suoi genitori, Donatella: "Non sono stati in grado di badare ai miei figli. Avevano l'affidamento provvisorio del tribunale". Il giorno dell'agguato NIcolina neanche voleva andare a scuola. Poi ieri pomeriggio, nel giorno del dolore in cui da Viareggio è arrivata a Foggia per vedere per l'ultima volta sua figlia all'obitorio, Donatella si è sfogata in un'intervista a "Pomeriggio cinque": "L'ho lasciata nelle mani sbagliate, questo il mio errore". E su chi sulla sua pagina Facebook ha lasciato commenti feroci accusandola di aver abbandonato la figlia: "Possono parlare come vogliono.
Non sanno la mia vita, non sanno la mia storia, in quella casa con quell'elemento ci ho vissuto io. Mia figlia e la figlia di lui. Quindi sappiamo noi quello che abbiamo passato". Donatella Rago di recente aveva denunciato Di Paola due volte per minacce, l'ultima un paio di settimane fa. L'uomo, conosciuto in paese in quanto violento, era stato lasciato dalla moglie perché la picchiava.
All'obitorio
"La mamma ha fatto tutto quello che poteva fare, poi oltre quello c'è l'imprevedibilità della mente umana". Ines Panessa, psicologa clinica e forense di Foggia che ha accompagnato la donna all'obitorio per vedere sua figlia cadavere, l'ha protetta dall'urto mediatico. Il papà della ragazza, Ezio Pacini, invece non se l'è sentita di entrare. Troppo dolore e inaccettabile.