Ci sono tracce biologiche nei vestiti, ma anche sul pavimento dell'androne, nell'ascensore e davanti all'appartamento delle due ragazze americane che hanno denunciato per stupro due Carabinieri a Firenze. E poi ci sono le visite fatte in ospedale che confermano rapporti sessuali avvenuti, anche se non hanno rilevato segni esterni di violenze, a parte un arrossamento sul collo di una delle 2.

E poi 20 decisivi minuti, quelli durante i quali la gazzella dei carabinieri è rimasta ferma sotto il palazzo delle studentesse, un problematico vuoto per gli indiziati. Venti minuti che potrebbero inchiodarli. Di certo, ora la loro situazione è maledettamente critica: Ieri il pm li ha indagati per violenza sessuale aggravata da minorata difesa, dopo che sono state riascoltate le due ventenni che nel capoluogo toscano frequentano un'università americana. Lo stupro sarebbe avvenuto mercoledì notte. 'Si tratterebbe di un episodio gravissimo', ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. 'Lo stupro è sempre grave, ma è di gravità inaudita se commesso da carabinieri in uniforme'.

Conferma del racconto

La procura ha reso noto che le ragazze, sentite nuovamente separatamente, hanno confermato il racconto che avevano fatto giovedì mattina all'ospedale e fornito una versione non contraddittoria con quella già data. Sostengono di essere state avvicinate mercoledì notte dai due carabinieri a bordo della gazzella, giunti alla discoteca Flò per sedare una rissa subito rientrata. I militari si sono offerti di darle un passaggio a casa, dal momento che a tarda ora dopo una notte di alcol e droga trascorsa dalle 2 ragazze in discoteca, non riuscivano a trovare un taxi. Sarebbero state violentate una nell'androne del palazzo e l'altra in ascensore. Nessuno si è accorto di nulla. Non avrebbero gridato perché spaventate e intontite.

Al momento esiste solo la versione delle due studentesse.

Il video e il 'buco' di 20 minuti

Finora l'unico dato oggettivo è un video ripreso dalle telecamere posizionate sulla strada dove abitano le americane. Si vede la gazzella dei carabinieri che riparte alle 3 e 13 dalla casa delle due ragazze dopo esser rimasta ferma venti minuti che sarebbero quelli in cui si è consumata la violenza. I due militari avevano avvisato la centrale che si sarebbero fermati per un controllo.

La perizia, indumenti in cella frigorifera

Sarà decisiva l'ultima prova, l'esame del Dna per svelare la verità. Intanto sono stati collocati in una cella frigorifera della Questura gli indumenti delle ragazze, una gonna e una maglietta, e altri reperti, tracce biologiche compatibili con un rapporto sessuale, prelevati nell'androne e nell'ascensore dalla scientifica.

I reperti, però non saranno esaminati né dai Ris dei carabinieri né dalla polizia scientifica, ma da un consulente terzo che sarà nominato dalla procura di Firenze guidata dal procuratore Giuseppe Creazzo.

Chi sono i due carabinieri

A individuare i militari, non sono state le ragazze a Firenze da poche settimane, così stordite da non essere in grado di riconoscerli nelle fotografie mostrate durante l'interrogatorio in procura. I due carabinieri sono stati identificati visionando le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso il passaggio della gazzella in centro. Poi ci sono testimoni che hanno visto le ragazze salire sulla loro auto. Il capopattuglia, 40 anni, una moglie e 1 figlio, è arrivato da Roma da qualche mese.

L'altro, carabiniere scelto, 25 anni, è single. Era la prima volta che uscivano in pattuglia insieme. I due non sono stati ancora sentiti dai magistrati. Potrebbero essere sospesi, al di là dell'esito giudiziario. Sul caso indaga anche la procura militare di Roma. Il Dipartimento di Stato statunitense ha nel frattempo detto in maniera perentoria: 'Prendiamo queste accuse molto seriamente'.