Sant'Antimo, provincia di Napoli. Rosa di Domenico è una ragazza di 15 anni come tante altre. La sua vita si svolge tra casa e scuola, senza troppi grilli per la testa. Fino al 24 maggio 2017, data in cui Rosa sparisce nel nulla.

I suoi genitori, però, non sono stati disattenti. Avevano notato alcuni cambiamenti della loro figlia. Ad un certo punto aveva smesso di mangiare. Si era fissata sul fatto che dovesse dimagrire. In un primo momento la madre pensò che fosse un tipico atteggiamento da adolescente e lasciò correre. Ma i cambiamenti di Rosa erano sempre più evidenti e non conformi alle crisi dovute all'età.

Rosa cominciò a mettere il velo e a coprirsi, anche d'estate.

Attenzione ai cambiamenti repentini

Dietro questo cambiamento c'era Ali Qasib, di 12 anni più grande, pakistano, che aveva adescato la ragazzina via chat con un evidente intento di radicalizzazione. Per questo la madre, 5 mesi prima della Scomparsa, dopo aver scoperto questo contatto pericoloso, aveva denunciato Qasib alle autorità competenti. Ma il pakistano non ha mai smesso, evidentemente, di manipolare Rosa. Dai racconti dei genitori e delle amiche si evince che Qasib, pur essendo residente a Brescia, aveva contatti anche a Sant'Antimo. Quando Rosa usciva vestita "troppo all'occidentale" Qasib la chiamava e la rimproverava: sicuramente qualcuno gli riferiva ogni dettaglio sulla vita di Rosa, compreso l'abbigliamento.

Un processo lento e insidioso che fa leva sulla fragilità

Lentamente, con il trascorrere dei mesi, Rosa ha subito un vero e proprio lavaggio del cervello. I reclutatori sono abili e sanno sfruttare appieno le debolezze umane, specie quelle di un periodo delicato come l'adolescenza. Quando Qasib sentiva che stava perdendo il controllo su Rosa, faceva leva sui sensi di colpa e sulla bontà della ragazza, minacciando di suicidarsi.

E' la stessa madre a raccontarlo: sua figlia era buona e ingenua. Ali Qasib era stato anche precedentemente denunciato da un'altra ragazza che, fortunatamente, si era svegliata dal macabro incanto giusto in tempo, allarmata da alcuni atteggiamenti troppo possessivi dell'uomo.

Promesse d'amore

Dalle testimonianze raccolte da altre ragazze si può ricostruire con facilità come si arrivi ad essere manipolate.I reclutatori si presentano in maniera romantica, promettendo una nuova vita.

I toni con cui si pongono nei primi contatti sono dolci e rassicuranti. Ed è solo quando sentono di avere completamente in mano la situazione che si rivelano per quello che sono, e spesso questo momento coincide con il primo incontro. Quello fatale da cui spesso le ragazze non fanno più ritorno.

La disperazione dei genitori

I genitori di Rosa sono comprensibilmente disperati e recentemente hanno anche offerto una ricompensa di 10.000 euro a chiunque possa dare delle informazioni su Rosa e Quasib. L'uomo, infatti, pare anch'egli sparito nel nulla. La sua famiglia, che risiede nel bresciano dice di non avere da mesi notizie di lui anche se la sorella, ai microfoni di una famosa trasmissione televisiva, dice una frase sospetta, ovvero che "Qasib non ha più il passaporto per tornare".

Tornare da dove? In quel dove è andato da solo o ha condotto anche Rosa? Le forze dell'ordine continuano ad indagare. Ma in questi contesti internazionali è molto difficile ottenere collaborazione.

Le lusinghe dell'Isis via internet

Numerosi giovani occidentali cedono alle lusinghe dello Stato islamico o di altri gruppi jihadisti e si uniscono a loro. Oggi più che mai è importante controllare l'uso di internet fatto dai ragazzi e dai bambini. E' importante informare gli adolescenti sui rischi che si corrono, che non sono virtuali, ma reali. I reclutatori si nascondono nelle chat, nelle discussioni pubbliche, nei commenti. E cercano di instaurare subito un rapporto di empatia che fa leva sulle emozioni.

Non necessariamente devono chiedere l'amicizia su Facebook per insinuarsi nelle vite degli altri. Oggi hanno a disposizione anche le chat dei vari giochi (di ruolo e non) che si fanno utilizzando la connessione internet. Quindi bisogna controllare anche i giochi, perché spesso è proprio da queste innocue attività che si possono instaurare i pericolosi contatti.