La tecnica era collaudata. Il più spigliato – travestito da Carabiniere – bussava alla porta dell’abitazione dei malcapitati fingendo di dover consegnare una notifica. Mentre il socio – il braccio operativo – faceva improvvisamente irruzione con violenza e pensava a far man bassa di tutto quello che trovava. Denaro in particolare. Stefano Corrias, 30 anni e Stefano Schirru (21), entrambi di Villanovatulo, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo dell’Arma con le pesanti accuse di rapina pluriaggravata, ricettazione, porto illegale di arma e tentata rapina.
I due ora si trovano in una cella del carcere di Uta in attesa di essere ascoltati dagli inquirenti.
Finti Carabinieri
Per riuscire ad inchiodare i due giovani di Villanovatulo è stato necessario anche l’intervento dei Carabinieri del Ris, il reparto d’investigazioni scientifiche dell’Arma. Secondo l’accusa i due amici infatti sarebbero i responsabili di una rapina e di una tentata rapina avvenute rispettivamente la prima ad Elmas – il 18 agosto - e la seconda (tentata però – erano stati messi in fuga) avvenuta a Sestu, esattamente otto giorni dopo la prima: il 26 agosto. Stando a quanto ricostruito dagli abili investigatori dell’Arma i due giovani durante la rapina avvenuta ad Elmas avevano preso di mira una donna di 56 anni ed il figlio 19enne che in quel periodo si trovava agli arresti domiciliari nella casa della madre.
I due – secondo quanto ricostruito dai Carabinieri - in quell’occasione avevano utilizzato una tecnica probabilmente già provata. Mentre uno in divisa aveva suonato il campanello per parlare con la donna l’altro - di soppiatto – era entrato nell’abitazione e dopo aver immobilizzato madre e figlio aveva portato via insieme al complice circa 1500 euro in contanti e li avevano lasciati legati.
Tentata rapina
Nella seconda occasione invece – la tentata rapina a Sestu – il finto Carabiniere aveva cercato di far aprire la porta di un’abitazione ad un anziano del paese che però – insospettito dall’atteggiamento del finto militare – aveva iniziato ad urlare e aveva messo in fuga i due malviventi.
Grazie agli esami dei Carabinieri del Ris - che hanno analizzato tutti i reperti ritrovati durante i colpi – si è arrivati alla conclusione che il Dna ritrovato era identico a quello dei due giovani di Villanovatulo che per questo motivo sono stati arrestati e portati in carcere.