Per sette corsi umanistici della Statale di Milano (Filosofia, Lettere, Lingue e letterature straniere, Scienze dei beni culturali, Scienze umane dell'ambiente, del territorio e del paesaggio, Storia ) sono stati sospesi i test di ammissione.

Cosa è successo?

In seguito al pronunciamento del TAR Lazio che ha bocciato il numero chiuso per l'accesso alle facoltà umanistiche, annullando le delibere approvate dal senato accademico, la Statale di Milano ha annunciato l'annullamento dei test d'ammissione. Tale decisione era stata sostenuta dal rettore Gianluca Vago, anche per cercare di ridurre il numero degli abbandoni.

Questa deliberazione aveva già spaccato in due internamente l'ateneo. Il ricorso era stato presentato da un gruppo di studenti, appoggiati dall'Unione degli universitari (Udu), in seguito alle proteste avvenute a maggio contro il numero chiuso nelle facoltà umanistiche introdotto dall'Ateneo in questione, che avrebbe tagliato fuori all'incirca oltre mille studenti. Dopo quattro lunghi mesi di battaglia contro la selezione del numero chiuso, il Tar ha dato ragione agli studenti sospendendo il provvedimento preso dalla Statale. L'università risponde con un ricorso accolto con udienza fissata per il maggio 2018.

Futuro ancora incerto per gli studenti iscritti

Oltre quattro mila gli studenti iscritti su tre mila posti disponibili; resta ora da capire come gli studenti iscritti completeranno la loro iscrizione al corso di laurea scelto.

I test si sarebbero dovuti tenere nei giorni che vanno dal quattro al quattordici settembre, il primo sarebbe stato quello del corso Scienze del beni culturali con 924 iscritti su 533 posti disponibili, proseguendo poi con Lingue e Letterature straniere con 1165 iscritti su 650 posi, 661 su 530 per Filosofia, 947 su 580 per Lettere passando ai 493 su 480 di Storia e finendo con i 140 iscritti su 230 posti del corso in Scienze Umane dell'ambiente, territorio e paesaggio.

Vittoria storica per gli studenti

L'Unione degli universitari definisce la decisione del Tar come una vittoria storica che ha riflessi sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere questi test, ma anche su tutti quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell'accesso illecite. Vantando la loro tempestività e accortezza nel segnalare la presenza di vizi formali e sostanziali nella delibera adottata dagli organi accademici.