Il "tribunale" di Facebook, la piattaforma virtuale in cui ha proposto la morte in diretta come fosse uno spettacolo, lo ha già condannato e senza possibilità di appello. Nelle aule di giustizia reali, invece, potrebbe dover comparire se ritenuto responsabile di reati penali. La Procura di Rimini indaga su Andrea Speziali, il 29enne che ha realizzato la macabra diretta Facebook, filmando l'agonia di Simone Ugolini, anziché soccorrerlo. Il 24enne ha perso il controllo del suo scooter ed è morto schiantandosi contro un albero alle 4 di notte della scorsa domenica in via Veneto a Riccione.
La Procura sta vagliando se il comportamento del "video-maker" possa incappare in un'imputazione per pubblicazione di immagini oscene, ovvero impressionanti e raccapriccianti. Speziali, che sul suo sito si definisce "poliedrico riccionese, noto sul territorio internazionale come studioso di Arte Liberty e artista alla 54° Biennale di Venezia", ed è stato candidato al consiglio comunale di Riccione nelle ultime amministrative, ha disobbedito alla polizia stradale che gli aveva intimato di non filmare, e subisce l'attacco del popolo del Web che dagli insulti è passato alle minacce di morte "filmata".
Indagini della Procura
Dopo che la Procura di Rimini aveva aperto un primo fascicolo contro ignoti, ora invece Speziali è stato inscritto nel registro degli indagati.
Il procuratore capo, Paolo Giovagnoli, ha già ricevuto una prima informativa da parte della polizia stradale sulla dinamica dell'incidente in cui il povero Simone Ugolini è rimasto ucciso e sul comportamento tenuto da Speziali sul luogo dello schianto. Mentre il ragazzo giaceva a terra morente, Speziali si è fermato e si è messo a filmare con il suo cellulare gli ultimi momenti di vita del ragazzo.
Ieri, al comando della polizia stradale di Rimini, dove è arrivato accompagnato da suo padre, ha detto di essere pentito, ha chiesto scusa e si è giustificato sostenendo che altri prima di lui si erano fermati, era sotto choc, si era sentito solo e voleva condividere il suo dolore e chiedere l'aiuto del Web. Se non ha chiamato i soccorsi, è stato perché aveva già provveduto un tassista.
Sarà l'esame delle celle telefoniche e del cellulare sequestrato all'indagato, oltre a quello dei video di alcune telecamere in strada, a chiarire cosa sia accaduto in quei drammatici momenti. Se l'ipotesi di omissione di soccorso pare venir meno, ma la procura sentirà il tassista, in base all’articolo 528 del codice penale, alla legge sulla stampa e alle norme sulla diffamazione, l’aver pubblicato su Facebook il filmato, potrebbe avere conseguenze di carattere penale.
La relazione della Stradale
"Per tre volte abbiamo intimato a quel ragazzo con lo smartphone di smetterla". Lo hanno scritto i poliziotti intervenuti a fare i rilievi nella relazione dell'incidente stradale trasmessa in procura.
Ma Speziali ha continuato a fare la sua telecronaca della morte in diretta fino a quando gli operatori del 118 lo hanno allontanato. E pare che anche da lontano abbia continuato a filmare i tentativi di rianimazione del ragazzo, purtroppo inutili.
I genitori della vittima
Si stavano concedendo le vacanze, un meritato riposo in Finlandia i genitori di Simone dopo aver lavorato tutta l'estate a Riccione dove hanno un punto vendita. I funerali del loro amato figlio saranno celebrati domani alle 15 e 30 presso la chiesa di San Lorenzo a Riccione. Nei prossimi giorni, oltre a dover sopportare il dolore per una morte innaturale e prematura, dovranno decidere se avviare un'azione legale contro il videomaker. Il comune di Riccione invece ha già annunciato che in caso di processo si costituirà parte civile.