Morta per realizzare il sogno prima di sua madre e poi suo, diventare una top model, che si è andato a scontrare contro uno spietato mondo di sfruttamento del lavoro. Aveva solo 14 anni Vlada Dzyuba, modella di origine russa che, alla 13esima ora consecutiva di sfilate a Shanghai in Cina, si è accasciata al suolo ed è morta dopo due giorni di agonia.
Morte in passerella
Il prossimo 8 novembre avrebbe compiuto 15 anni, l'età in cui ci si affaccia alla vita, quando tutto deve ancora accadere tra sogni e progetti. Per diventare presto una top model, Vlada aveva lasciato la scuola.
Avendo iniziato a sfilare a soli 12 anni, non le interessava più lo studio. La baby modella di Perm, città russa negli Urali centrali, si è sottoposta a una gavetta sfiancante, a uno sfruttamento che la costringeva a lavorare ininterrottamente molte ore al giorno, a dispetto delle sole tre ore settimanali previste su carta. Mercoledì scorso a Shanghai dopo 12 ore in passerella, prima dell'ultima sfilata della giornata, ha iniziato a non sentirsi bene. Poi le è salita la febbre, ma ha continuato a sfilare finché si è accasciata in terra. Portata in ospedale, dopo due giorni trascorsi in rianimazione, è morta. Secondo il "Siberian Times", iI decesso sarebbe stato provocato da una meningite cronica che non le era stata diagnosticata, aggravata dallo stress.
Da tre mesi in Cina dopo essere stata reclutata da un'agenzia, faceva vita da schiava. Nel suo sangue nessuna traccia di alcol e droghe. Il suo corpo sarà cremato in Cina per questioni burocratiche.
Sindrome da 'Bellissima'
Nel celebre film di Luchino Visconti, 'Bellissima' del 1951, una madre per riscattarsi dal suo anonimo destino tenta per la figlia bambina una carriera artistica strappandola a un'infanzia normale.
Ricorda un po' questa situazione la tristissima storia di Vlada, catapultata in un mondo atroce, più dal volere dei grandi a cui ha finito per aderire, in particolare della madre direttrice di una rivista per spose, che per sua volontà. Lo ha scritto proprio lei sul sito online 59.ru della sua città, Perm. "Mia madre voleva che diventassi una modella e a 12 anni mi ha iscritta a una scuola specializzata.
Ho fatto la mia prima sfilata a Taiwan. Ora mi trovo a Shanghai e voglio andare avanti, sfilare per marchi sempre più importanti". Per la madre, Vlada era forte e sana e fare la modella era il suo "sogno".
Mosca chiede spiegazioni alla Cina
Il caso ha sollevato polemiche e contestazioni in Russia, patria della ragazza. Pavel Mikov, il garante dei diritti umani della città di Perm, chiede chiarezza alle autorità cinesi sull'accaduto e indaga per capire se siano stati commessi dei reati. Il contratto trimestrale che la ragazza aveva firmato con l'agenzia cinese "Esee" prevedeva tre ore settimanali di lavoro, non 13 al giorno. Inoltre Vlada, sprovvista di un'assicurazione medica, malgrado il contratto la prevedesse, aveva persino paura di rivolgersi a un medico.
Si indaga anche sul ruolo avuto da un suo assistente personale, tale Dmitry Smirnov. Elvira Zajtseva, la direttrice dell'agenzia russa "Great Model" che l'aveva reclutata due anni fa, ora chiede scusa, confessa di non aver verificato se il contratto della ragazza fosse rispettato e, per giustificarsi, racconta che nessuno si aspettava che si aggravasse così in fretta, che la ragazza, alta un metro e 80, aveva un ottimo fisico ed era una promessa della moda. L'avrebbe mandata sulle passerelle europee appena l'età l'avrebbe consentito. Eppure, alla madre Oksana, aveva detto di essere molto stanca e di voler solo dormire. Il caso limite focalizza l'attenzione sulle baby modelle russe e siberiane, reclutate in Cina e sottoposte a uno sfruttamento intensivo.