Siamo nel 2001, a Genova, durante il G8 le forze dell'ordine hanno commesso atti di tortura. Ciò è quanto ha stabilito il tribunale dei diritti umani condannando, di conseguenza, l'Italia per le azioni dei militari e perché lo Stato non ha proceduto con un'indagine efficace.

Le vittime, 59 persone, erano state rinchiuse nel carcere di Bolzaneto tra il 20 e il 22 luglio. I giudici hanno riconosciuto loro danni morali a cui l'Italia dovrà far fronte con somme tra i 10mila e gli 85mila euro a testa.

Non è questa l'unica condanna, poiché nella medesima sentenza la Corte Europea ha affermato che un analogo caso di tortura da parte delle forze dell'ordine si è verificato anche nel carcere di Asti.

I fatti risalgono, però, al 2004, quando due agenti hanno torturato due detenuti, Andrea Cirino e Claudio Renne.

Le reazioni

In primis, la ministra dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, in un tweet annuncia che oggi è in vigore la legge che punisce colui che si macchia del reato della tortura.

Frani, il responsabile della Sicurezza del Partito Democratico, dichiara che quella di Bolzaneto è stata una pagina orribile della storia italiana, una mostruosità confermata dalla sentenza. Mentre, Fratoianni, della Sinistra Italiana, sottolinea l'amarezza che ha preso il sopravvento in questi venti anni, coprendo i responsabili con punizioni ridicole.

I termini della condanna

Tutti coloro che erano stati incarcerati in quei giorno - afferma la Corte Europea - innanzitutto sono stati trattati e considerati come oggetti nelle mani del potere pubblico e, in secondo luogo, sono stati detenuti in un luogo "non di diritto", un luogo in cui erano privato della garanzie più elementari.

E - precisano i giudici - gli agenti che erano incaricati di sorvegliare quegli individui hanno agito contrariamente a quanto il dovere deontologico impone loro: proteggere le persone poste sotto la loro sorveglianza. Ancora più grave prendere coscienza del fatto che nessuno, tra le forze dell'ordine, abbia mai trascorso un solo giorno in carcere per quanto inflitto ai ricorrenti.

A questo punto, il tribunale dei diritti umani osserva che le cause di ciò sono principalmente due. La prima causa è stata individuata nell'impossibilità di riconoscere gli agenti coinvolti; impossibilità che scaturisce da un lato nel fatto che essi non portavano distintivi sulle loro uniformi e, dall'altro, nella non cooperazione tra polizia e magistratura.

Il secondo elemento è stato evidenziato nelle lacune strutturali dell'ordine giuridico italiano quando si sono verificati i fatti. Infine, i giudici prendono nota dell'entrata in vigore della legge sulla tortura il 18 luglio dell'anno corrente, ma siffatte disposizioni non possono essere applicate a questo caso.

Cosa accadde nei giorni dal 18 al 22 luglio 2001?

Durante il G8 (oggi, in seguito alla sospensione della Russia, abbreviato G7) è un forum politico di otto governi dei Paesi più industrializzati della Terra (oggi sette), tenutosi a genova dal 18 al 22 luglio 2001, movimenti no-global e associazioni pacifiste misero in atto alcune manifestazioni che diedero luogo a violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Scontri che provocarono la morte del manifestante Carlo Giuliani.