Ennesima vicenda destinata a colpire fortemente l'opinione pubblica, a causa della presunta gravità che la contraddistingue. Ci troviamo a Celano, piccolo comune di poco più di 10.000 abitanti del capoluogo abruzzese dell'Aquila e qui, dopo aver raccontato quanto subito ai suoi genitori, un ragazzo con disabilità è stato accompagnato alla caserma locale dei carabinieri, dove ha denunciato un uomo molto noto nella zona, accusandolo di abusi nei suoi confronti.
Il giovane, che è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari Francesca Proietti e dal pubblico ministero Lara Seccacini, ha dichiarato che il suo aggressore l'avrebbe condotto in un posto isolato dove avrebbe perpetrato la violenza ai suoi danni.
Il crimine sarebbe stato commesso nei mesi scorsi, ma la vittima sulle prime non avrebbe trovato il coraggio di parlarne.
L'indagato respinge tutte le accuse
Il presunto aggressore è una persona assolutamente insospettabile, coniugato con dei figli. Al momento si trova in condizione di libertà vigilata, ma non è escluso che a breve possano essere presi dei provvedimenti nei suoi confronti. Le indagini sono state coordinate dal maresciallo Pietro Finanza che ha ricostruito interamente la vicenda e ascoltato, tra gli altri, lo stesso indagato, che ha negato insistentemente ogni accusa.
Non è il primo caso registrato negli ultimi mesi
Trovandoci ancora in una fase dibattimentale e trattandosi di un faccenda così delicata, il riserbo della Procura di Avezzano e del pm titolare dell'indagine è chiaramente massimo, quindi non sono emersi ulteriori dettagli relativi alla vicenda.
Di sicuro, però, non si tratta dell'unico caso del genere registrato nel nostro Paese nell'ultimo periodo. Solo qualche mese fa, infatti, lasciò sconcertati la tremenda storia che mise al centro delle pagine di cronaca un tredicenne con disabilità abusato a Giugliano, in provincia di Napoli, da undici ragazzini minorenni, tre dei quali addirittura con meno di 14 anni.
In quell'occasione, il sindaco del comune campano Antonio Poziello, aveva dichiarato: "Non ci sono parole per commentare. L'idea che a compiere le violenze sia stato un branco di minori lascia sgomenti". Non molto differente è la vicenda attuale dove, ad essere finito sotto accusa, sarebbe stato un padre di famiglia. A questo punto, non resta che attendere la conclusione dell'iter legislativo.