Quella domenica era partito prestissimo, alle 6 e 30, ed era felicemente in viaggio sull'autostrada del Sole con altri 4 amici. Stava andando a Milano, nonostante la stanchezza avendo suonato tutta la notte in una nota discoteca romana, per seguire la sua squadra del cuore, la Lazio, che doveva giocare in trasferta a San Siro contro l'Inter. Ma il suo destino fu "deciso" da un gesto assurdo, quello di un agente della polizia stradale per sedare un accenno di rissa tra tifosi. La mattina dell'11 novembre di 10 anni fa, l'Italia fu scossa da una tragedia che indignò tutte le tifoserie: il 26enne Gabriele Sandri detto 'Gabbo', noto dj della Capitale, fu ucciso da un proiettile sparato dall'allora agente scelto, Luigi Spaccarotella che, condannato dopo i tre gradi di giudizio a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario e dolo eventuale, proprio in questi giorni ha ottenuto la semilibertà.

Giorgio, padre di Sandro, constata amaramente: "La vita di mio figlio vale 5 anni di carcere".

Cosa accadde quella mattina

La mattina dell'11 novembre 2007 un'auto di tifosi juventini si era fermata nel piazzale dell'autogrill Badia al Pino Est sull'A1 in prossimità di Arezzo, e fu avvicinata da sostenitori della Lazio armati di spranghe. Tra i due gruppi iniziò uno scontro che attirò l'attenzione di due pattuglie della polizia stradale che erano sul piazzale dello stesso autogrill, ma dalla parte opposta della carreggiata, a più di 50 metri di distanza. Dopo aver azionato sirene e lampeggianti per attirare l'attenzione e far desistere la rissa, l'agente Spaccarotella scese dall'auto e si avvicinò al ciglio della carreggiata.

I tifosi a quel punto si misero a correre e l'agente li inseguì, ma sempre dall'altra parte dell'autostrada. Poi Spaccarotella, sparò un colpo di pistola senza un motivo plausibile e accadde l'inverosimile: il proiettile non solo attraversò l'autostrada, ma deviò la traiettoria, dopo aver colpito una rete di protezione, dirigendosi verso la Renault Megane dove Gabriele Sandri era seduto sul sedile posteriore, che stava per ripartire per MIlano.

Ale 9 e 17, Gabbo venne colpito da quel proiettile al collo e per lui non ci fu scampo.

Il papà: 'la vita di un ragazzo vale 5 anni'

Papà Giorgio ha un negozio di abbigliamento nel quartiere romano della Balduina e il fratelli Cristiano nel frattempo è diventato un avvocato. Per loro, indelebile quanto allucinante, è il ricordo di quella tragica mattina: accendendo l'autoradio, Cristiano sepe della morte di suo fratello.

E dovette trovare le parole per dirlo al padre. Dopo 10 anni resta lo stesso dolore insopportabile. Ora poi la notizia della semilibertà per Spaccarotella: "In termini tecnici non posso entrare e non posso neanche capire, capisco solo che la vita di un ragazzo vale 5 anni", dice il papà. Perdonare? "Perdonare una persona che non è pentita, che senso ha?". La famiglia Sandri non ha mai ricevuto delle scuse. Per ricordarlo oggi, amici e ultras di tutta Italia si sono ritrovati sotto la curva Nord dello stadio Olimpico di Roma. Poi c'è stata una messa alla Balduina

In semilibertà

Avendo scontato metà della pena e grazie alla buona condotta, Spaccarotella ha cominciato ad uscire dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove è detenuto per andare a fare volontariato mezza giornata presso una Misericordia della zona.

Inoltre lavora nel laboratorio del carcere come ceramista. Eccetto imprevisti, dovrebbe tornare libero nel 2020. Un paio di volte è riuscito a tornare ad Arezzo, dove intende tornare per rifarsi una vita e trovare un lavoro, per rivedere i familiari. Parenti e amici, attribuiscono l'accaduto a una tragica fatalità.