Italia - Napoli, è iniziata una campagna dall'associazione di pizzaioli napoletani 'Pizzaiuoli', spinge affinché la 'vera pizza' non possa essere ricoperta da ingredienti non tipici della cucina italiana. Il giornale inglese ”The Telegraph”, dopo aver notato un'oggettiva tendenza da parte degli italiani sui social commentare le ricette straniere, precisando tutto ed inorridendosi davanti ai video proposti. Vedere ananas, maionese e 'ranch dressing' sopra a delle pizze surgelate, si rivela essere un affronto troppo grande, che incendia l'animo delle persone.

L'iniziativa, assieme ad altre pressioni dei produttori locali, vorrebbe che si riconosca una ricetta originale, dove “la farina non possa essere ucraina, la salsa di pomodoro cinese e con la mozzarella fatta in Lituania”, concludono i pizzaioli napoletani. La campagna è stata molto condivisa, difatti 2 milioni di firme sono state raccolte, per sostenere la petizione del riconoscimento a livello internazionale della prodotto tipico napoletano.

Cosa si vuole ottenere?

La Coldiretti dichiara che “la pizza napoletana è stata riconosciuta fin dal 2010 dall'Unione Europea come una 'specialità tradizionale garantita', ma ora è il momento della ricognizione internazionale del prodotto”, e continua affermando che il piatto napoletano “deve essere protetta da appropriazione indebita del nome 'pizza', se il cibo preparato non rispetta certi parametri”.

L'Italia desidererebbe che l'Unesco - la commissione delle Nazioni Uniti che si occupa anche delle decisioni sui patrimoni dell'umanità - garantisse uno 'status speciale' alla pizza napoletana, assicurandone la ricetta e il 'buon nome' a livello internazionale. Inoltre, si vorrebbe anche mettere un punto all'annosa questione sulla nascita del piatto.

È noto, infatti, che la città di New York, abbia preso i meriti di aver inventato ila pizza, sebbene Napoli abbia sempre reclamato l'originalità del cibo, affermando che la ricetta è stata solo successivamente importata negli Stati Uniti per via della migrazione degli Italiani negli anni '30. Ad oggi, si spererebbe che produrre artigianalmente la pizza sia riconosciuta come una forma d'arte d'origine partenopea, che si differenzia nel mondo per un certo modo di lavorare il prodotto e certi parametri che devono essere mantenuti. Il movimento 'Pizzaiuoli' spera dunque, di poter influenzare le risoluzioni dell'organo intra-governamentale, l'Unesco, che si incontrerà a Seoul la prossima settimana.

- Cab