Notizie di Cronaca Nera arrivano da Modena. A distanza di più di un anno dal delitto, arriva la condanna ai danni di Armando Canò, uomo di 50 anni accusato di aver strangolato la convivente di 55 anni Bernardetta Fella. I fatti risalgono al 2016 e, dopo una anno di cause in tribunale, l'uomo è stato adesso condannato a 18 anni di carcere con rito abbreviato. Condanna che, nonostante tutto, lascia un pizzico di amaro in bocca, considerando l'atrocità del gesto compiuto.
Modena, uomo 50enne si trasforma in killer
Convivente strangolata e poi messa al "fresco" in un frigorifero privo di corrente, nell'abitazione di Modena.
Ma cos'ha spinto l'uomo a decidere di compiere tale atrocità? Stando alla confessione dello stesso assassino, lui e la compagna erano soliti, ormai da tempo, litigare, anche se nelle ultime settimane i due sembra avessero provato a risanare un rapporto in realtà malato. Si, perchè si è poi appurato che Benedetta fosse solita parlare con le conoscenti delle violenze che puntualmente subiva. Come al solito, però, nessuna denuncia ai danni del compagno, probabilmente per paura.
Maltrattamenti e violenze che, dunque, hanno poi portato ad una tragica fine per Benedetta, la cui unica colpa è stata solo quella di non aver mai denunciato il marito. Ad ogni modo, le forze dell'ordine sono state chiamate ad intervenire, senza però trascrivere nessuna denuncia su richiesta dalla povera vittima: possibile che i due avessero anche trovato una fase di stand-by delle loro liti?
Questa ipotesi è apparsa come poco plausibile, visto che le conoscenti della donna hanno rivelato che la loro amica era impaurita nel denunciare per il timore di subire violenze peggiori.
Convivente condannato a 18 anni di carcere
Il Canò aveva tenuto il corpo della donna nella propria cantina, salve poi essere scovato dalle forze dell'ordine.
Subito dopo il delitto, una perizia psichiatrica aveva stabilito che le condizioni dell'uomo, al momento dell'incosciente gesto di violenza spietata, erano alterate da uno stato di ebbrezza. L'assassino è stato comunque considerato capace di intendere e di volere. Alla luce della sentenza di condanna, è stata accolta la richiesta del pubblico ministero, che nei suoi riguardi aveva formulato una proposta di 17 anni di reclusione.
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