A pochi giorni fa risale la notizia che le indagini svolte dai carabinieri hanno permesso di scoprire maltrattamenti di vario tipo verso gli anziani ospiti di una strutta di Castellammare del Golfo, portando all’arresto di 3 dipendenti e del gestore del posto.

Sapevate che oltre al razzismo e al sessismo esiste un tipo di PREGIUDIZIO riguardante l’età?Esso spiega i numerosi maltrattamenti che spesso vengono portati alla luce dalle indagini dei corpi dello Stato, ma ha origini psicologiche molto più profonde di quanto si possa immaginare.

Ageismo è un termine che proviene dalla parola inglese “ageism”, e indica i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti di una persona in base alla sua età.

Più di 25 anni fa, il termine era utilizzato in maniera più neutra per descrivere le condizioni degli anziani e il trattamento loro riservato.

Lo psichiatra e vincitore di un Pulitzer, Robert Neil Butler, definisce il termine “ageism” come “un processo di stereotipizzazione sistematica e di discriminazione nei confronti di persone anziane, proprio come il razzismo e il sessismo, che usano altri mezzi, come il colore della pelle e il sesso, per raggiungere lo stesso obiettivo.” (Butler, Ageism, 1987)

Le basi sociali

Alla base di questo concetto vi sono innanzitutto i processi di invecchiamento che implicano una naturale riduzione delle capacità sia fisiche che cognitive e che, comprensibilmente, suscitano un senso di rimpianto.

In secondo luogo, un ruolo fondamentale viene svolto dal modello comunemente accettato sulle fasi di crescita, che impone limiti e restrizioni a seconda delle età e colpisce in particolar modo “giovani” e “anziani”, il che porta alla visione dell’età anziana come un momento di declino e di perdita inevitabile, dove giovani e adulti, spinti da un senso di paura, tengono ad una certa distanza gli anziani.

I comportamenti

La gamma di comportamenti e atteggiamenti ai quali porta questo pregiudizio comprende, da una parte, le prese di posizione esplicitamente offensive (come “vecchio decrepito”) e, dall’altra, anche l’amorevole esercizio di una benevolenza altezzosa (come per esempio “tenere d’occhio i vecchi”).

Non bisogna pensare però che questi pregiudizi influenzino soltanto i comportamenti interpersonali, (tra persone giovani e meno giovani, come gli anziani); infatti, ad esserne influenzate, in primo luogo, sono tutte le persone durante ogni fase dello sviluppo della loro vita (in cui i concetti interiorizzati relativi a obiettivi e comportamenti da assumere in un dato periodo di vita condizionano costantemente il nostro comportamento).

Queste “normative” che ci poniamo forniscono alla nostra esistenza senso di ordine e sicurezza, influenzando anche le nostre aspirazioni e il nostro senso di successo o fallimento. In conclusione, l’ageismo ha come risultato concreto comportamenti che, soprattutto nei casi più estremi, non possono essere tollerati, ma gioca anche un ruolo positivo nella crescita di ogni persona, andando a delimitare, su basi sociali, i “campi d’azione” relativi ad ogni età.