La sua impresa era 'sponsorizzata'. Se avesse vinto la sfida, ovviamente clandestina, avrebbe intascato una cifra modesta, ma a lui stava bene così. Inoltre gli piaceva diventare un eroe. Anzi di più. Un indimenticabile supereroe di questi tempi in cui chi vuole distinguersi deve essere audace, sprezzante del pericolo, esibizionista e mai del tutto disinteressato: sempre proiettato sui social, con un occhio al numero dei follower, e l'altro al possibile tornaconto economico. Si chiamava Wu Yong Ning, era uno stuntman, aveva 26 anni ed era conosciutissimo, soprattutto sui social cinesi, perché scalava a mani nude e senza protezioni i grattacieli e gli edifici più alti del mondo per poi scattare, una volta conquistata la vetta, selfie oltre il consentito.

Praticamente galleggiando nel vuoto ad altezze da vertigine. Azzardi estremi per affascinare, incantare il suo pubblico con gesta che neanche l'uomo ragno avrebbe mai tentato, per assicurarsi notorietà e magari introiti. Finché qualcosa non è andato storto, in maniera irreparabile.

Video selfie mortale per pochi yuan

Una delle sue imprese più audaci è anche stata l'ultima. Wu Yong Ning si trovava al 62esimo piano dello ’Huayuan Hua Centre', un edificio a Changsha, capoluogo della provincia dello Hunan, nella Cina centromeridionale. Dopo essersi sporto, sospeso a centinaia di metri d'altezza, tenendosi aggrappato a un cornicione solo con le mani, ha perso la presa ed è precipitato. L'assurdo è che i primi attimi di una caduta senza scampo sono stati ripresi da una telecamera, visto e considerato che, come poi raccontato dai familiari al quotidiano cinese "Xiaoxiang Morning Herald" l'impresa era sponsorizzata e il ragazzo avrebbe ricevuto 100mila yuan.

Una cifra che corrisponde a poco meno di 13 mila euro. Molti di noi, non avrebbero compiuto niente del genere neanche se la cifra avesse avuto molti più zeri. L'identità di chi abbia sponsorizzato questa follia resta sconosciuta. E c'è un risvolto "spaccacuore" in tutto questo: secondo il racconto dei parenti, il free climber aveva bisogno di soldi per sposare la fidanzata e aiutare la madre malata a sostenere le spese per le cure mediche.

Il video dell'ultima sua impresa che ora spopola su Facebook, è stato postato sulla piattaforma Weibo, equivalente cinese di Twitter, lo scorso 8 novembre. Si è così scoperto che quello è anche il giorno della morte di Wu Yong Ning, ma la fidanzata ne ha dato la conferma solo un mese più tardi.

Il rooftopping

A dare l'allarme sono stati propri i suo follower allertati dal lungo silenzio sui social: niente più post né video da parte del loro beniamino che in qualità di stuntman per il cinema in poco tempo, dallo scorso febbraio, postando video di imprese spericolate aveva raggiunto un milione di sostenitori che solo da qualche giorno hanno scoperto l'accaduto.

Nella sua brevissima vita e carriera da "rooftopper", il ragazzo aveva postato almeno 300 video dalle cime di edifici altissimi, con o senza sponsor. Il "rooftopping", lo sport metropolitano estremo di arrampicarsi sui grattacieli più alti del mondo per fare un selfie da brivido o farsi riprendere mentre si fa ginnastica nel vuoto, è una sfida alla morte. La quale morte così tanto "avvantaggiata", spesso prevale. E in questo caso, è finita proprio così.