"intercettazioni per contrastare la criminalità", solo per questo, "non per distruggere la reputazione" di una persona. Così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, all'Ansa, dopo la riunione del Consiglio dei ministri di ieri mattina, a Palazzo Chigi, anche sulle disposizioni in materia d'intercettazioni di conversazioni e comunicazioni. Orlando replica alla riflessione esternata dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Eugenio Albamonte, sullo "strapotere" alla Polizia giudiziaria nella selezione del materiale intercettato, giudicandola "una preoccupazione non fondata", sottolineando i cambiamenti del testo come aveva auspicato l'Anm.
Il 'dominus' dell'indagine
Il ministro Orlando si sofferma sull'interlocuzione tra polizia giudiziaria e pubblico ministero, che in conclusione è il "dominus" dell'indagine nell'ambito delle intercettazioni, e sulla possibilità dei giornalisti di avere e pubblicare le ordinanze, inserita nel decreto, ma differita rispetto all'entrata in vigore. Il Governo è chiamato a verificare l'evoluzione delle ordinanze. Bisogna superare "la prassi del copia e incolla", che si registra "spesso".