La macabra e inquietante scoperta è stata fatta da una coppia di amici. Ma anche i vicini di casa erano stati insospettiti dalla porta dell'abitazione del loro dirimpettaio rimasta socchiusa per ore al primo piano di un complesso residenziale di Tavernelle di Altavilla, in provincia di vicenza. E' giallo sulla morte di Matteo Di Martino, 50enne originario di Napoli, che da poco tempo si era stabilito a vivere in Veneto. Ieri è stato trovato a terra in un bagno di sangue con una pinza da elettricista conficcata nella nuca. Sul tavolo, un biglietto di addio.
Ma le circostanze del decesso non sono affatto chiare e lasciano molti dubbi.
Ritrovamento del corpo
Si è tolto la vita o qualcuno ha simulato un suicidio? L'allarme è scattato ieri alle 11 quando una coppia di amici è entrata nell'abitazione di Di Martino lasciata incustodita e con la porta semi aperta. La coppia era stata interpellata della madre dell'uomo che sarebbe dovuto andare da lei, nel napoletano, per trascorrere insieme le festività natalizie. La donna era molto preoccupata perché non riusciva a contattarlo. Di Martino è stato trovato morto in un bagno di sangue. I primi a intervenire sono stati gli operatori del 118 che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, avvenuto presumibilmente da alcune ore, i carabineri del nucleo investigativo e la polizia locale.
La Scientifica è stata sul posto fino alle 14 e 30 per fare i dovuti rilievi. Inizialmente sembrava che l'uomo avesse un paio di forbici conficcate nella nuca. Quando è arrivato il medico legale e ha spostato il corpo, invece, è emerso che si trattatava di una pinza da elettricista. Era stata usata per stringere attorno al collo una fascetta di plastica.
La morte sarebbe avvenuta per soffocamento e la presenza di tanto sangue sarebbe da attribuire a un'emorragia alle fosse nasali. Su un tavolo, è stato trovato un biglietto di scuse. Agli inquirenti risulta molto difficile pensare che possa essersi trattato di un suicidio perché la modalità attuata per uccidersi, se davvero si fosse trattato di un gesto estremo, è insolita, se non anomala.
Che bisogno ci sarebbe stato di usare un sistema tanto complicato? Si attende l'esito dell'autopsia disposta dalla procura di Vicenza per stabilire le cause del decesso.
Cosa sappiamo
Matteo Di Martino si era trasferito da poco a vivere nel comune dell'hinterland vicentino. Lavorava come operaio alla "Mecc Alte Spa di Creazzo", azienda elettromeccanica specializzata nella progettazione e realizzazione di alternatori. Di lui si sa poco: è descritto come una persona tranquilla, viveva da solo, non sembrava aveva alcuna relazione, era schivo e ancora poco conosciuto dai condomini. Ma alcuni elementi sono al vaglio degli inquirenti: il fatto che la porta fosse accostata e non chiusa, o che l'operaio quest'estate appena arrivato a vivere ad Altavilla, avesse voluto mettere le inferriate alle finestre e alla porta, pur abitando in una zona, a detta di tutti, senza problemi di furti nelle abitazioni. Una scelta di sicurezza che aveva sorpreso tutto il vicinato.