Iphone: smartphone Apple che ogni anno porta, sistematicamente, un incremento delle funzionalitá del proprio nuovo cellulare. Molti potrebbero definirla moda, altri necessità, altri ancora "collezionismo", sta di fatto che ormai Apple, la multinazionale della tecnologia piú famosa al mondo, ha letteralmente sbancato il mercato, offrendo a cadenza annuale (o quasi) un nuovo prodotto, pronto per essere distribuito a milioni di utenti.

Inutile sottolineare come, soprattutto negli ultimi anni, l'etá media dei fruitori piú giovani di tale tecnologia si sia notevolmente abbassata.

Ormai anche i bambini piú piccoli, parliamo di 8/9/10 anni, chiedono di poter aver accesso a questi smartphone, cosa che, com'è facile immaginare, apre la strada non solo a conseguenze positive ed estramemente valide per la loro crescita personale ma li espone anche a rischi, talvolta ben piú profondi di quanto ci si possa aspettare.

Oltre alle trappole ben note nelle quali ci si può imbattere in rete, infatti, un effetto troppo spesso ignorato è la cosiddetta " sostituzione attentiva" ovvero il rimpiazzo vero e proprio delle attenzioni dei genitori e degli stimoli provenienti dal mondo circostante, causato dall'uso smodato e precoce della tecnologia. Cosa comporta tutto ciò? Come ci si può difendere?

Non esiste una soluzione universalmente valida, esiste tuttavia un enorme alleato che permette di prendere tutte le precauzioni del caso: la conoscenza del fenoneno.

Le ricerche fanno scalpore: La Apple priva i genitori dei propri figli

Le ricerche condotte negli ultimi mesi hanno portato ad approfondamenti ulteriori che si sono rivelati piuttosto scomodi per il marchio dell'ormai defunto Steve Jobs.

Secondo quanto emerso, infatti, la Apple sarebbe da ritenere colpevole di un fatto gravissimo: privare i figli delle attenzioni dei propri genitori. La facilitá di accesso ai prodotti della stessa casa (per quanto costosi) e la capacitá degli stessi di Irretire le attenzioni di grandi e piccini (promettendo intrattenimento, giochi e connessioni illimitate o quasi) portano infatti una quantitá smisurata di utenti d'etá molto bassa ad esserne attratti.

Il risultato ultimo è che l'azienda si rende partecipe della vera e propria sostituzione della figura genitoriale con un semplice telefono.

Sostituire le cure genitoriali con la tecnologia: affidare i propri figli ad un cellulare

Sostituire le attenzioni e la presenza genitoriale affidando a proprio figlio un iphone è un errore piuttosto grave, da non sottovalutare. Spesso e volentieri, senza accorgersene, un iphone (o qualcosa al suo posto) può inserirsi come elemento di rimpiazzo o di "riempimento" rispetto ad attenzioni morbosamente scorrette o non sufficienti da parte dei genitori verso il proprio pargolo.

La psicologia definisce questo comportamento come qualcosa di naturale, per quanto sbagliato: l'essere umano infatti tende a cercare di colmare i vuoti nel modo in cui ritiene piú opportuno, in maniera tale da non ritenersene responsabile (e quindi non ritenersi e non esserne ritenuto la causa).

Cercare di non sentirsi colpevolizzati è una delle componenti primarie in ottica di "ricerca della felicitá" (percorso in favore del quale l'uomo ha, da sempre, investito numerosissime energie), proprio perchè ci porta alla convinzione, del tutto soggettiva, di stare compiendo un atto giusto, atto ritenuto tale poichè non foriero di conseguenze negative (almeno apparentemente). Il triste risultato è che i figli, specialmente se piccoli, perdono sempre piú il contatto con le figure genitoriali, nonchè con la realtá. Cercare di colmare delle mancanze affettive con dei beni materiali è non solo inadeguato, costituisce anche un pericolo: l'affetto infatti è uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo dell'individuo, sia in termini fisici (agendo su ormoni e reazioni organiche) sia in termini emotivi e psichici (capacitá di espressione delle emozioni, capacitá comunicative e percettive).

L'etá degli utenti è quindi fondamentale: saper distinugere e determinare il confine oltre al quale la tecnologia non deve spingersi (cosa che, in caso di utenti minorenni o comunque non del tutto maturi, spetta indubbiamente ai genitori) cosí da non rischiare di incorrere in insildie ulteriori rispetto a quelle che la rete giá riserva.