Il 27 gennaio 1945 le truppe dell'Armata Rossa di Stalin entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, liberando 7mila sopravvissuti e mostrando al mondo gli orrori del più famoso campo di sterminio, composto da una serie di sottosezioni dove tra il 1940 ed il 1945 aveva perso la vita oltre un milione di persone, Ebrei ma anche omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova e gitani di etnia Rom e Sinti. Nel 2005 le Nazioni Unite hanno stabilito per il 27 gennaio la ricorrenza del "Giorno della Memoria", per commemorare le vittime del nazismo.

In un periodo storico in cui si assiste ad una sorta di "rivalutazione" del fascismo, con molte persone e persino leader politici che ne esaltano "quanto di buono ha fatto", relegando a Hitler la responsabilità per le "leggi razziali", facciamo chiarezza su questo aspetto.

Mussolini e le leggi razziali

Sui social network negli ultimi anni sono spuntate come funghi pagine "nostalgiche" che esaltano "quanto di buono" avrebbe fatto Mussolini, non mancando di alimentare anche bufale o mistificazioni pubblicando mediante immagini di propaganda fascista che esaltano il ventennio e che spesso diventano virali. In merito alle leggi razziali molte persone credono che Mussolini abbia ratificato quelle introdotte dal suo alleato Hitler quasi per "costrizione", mentre in realtà le cose non stanno così.

Mussolini infatti non aderì alle leggi razziali tedesche, bensì ne scrisse e ne fece approvare delle proprie, le quali furono avallate dal Re Vittorio Emanuele III.

Mussolini impose il divieto per le persone di religione ebraica di frequentare le scuole pubbliche e persino di contrarre matrimonio con gli italiani "ariani". Divieti che Mussolini in persona rivendicò con orgoglio, arrivando a definire "deficienti" coloro che ritenevano che stesse imitando il Führer del terzo reich.

Era il Settembre del 1938 quando molti italiani divennero cittadini di serie b, a seguito dell'approvazione dei primi due decreti razziali voluti da Mussolini. E in quel momento l'Italia non era ancora impegnata nella Seconda Guerra Mondiale, che iniziò l'anno successivo. Il duce non era tenuto sotto scacco da Hitler. Le leggi razziali furono qualcosa che il duce volle e sostenne anche con la propaganda.

La teoria della 'pura razza italiana'

Prima dell'approvazione di tali leggi infatti era nato un quindicinale chiamato "Difesa della Razza", finanziato dal fascismo e diretto da uno dei giornalisti più antisemiti dell'epoca, Telesio Interlandi. Su quelle pagine uscì il "Manifesto della razza", in precedenza pubblicato sul "Giornale d'Italia" e sottoscritto da dieci scienziati. Un testo che sostiene l'esistenza delle razze umane a livello biologico, esaltando la "pura razza italiana" ed evidenziando come gli ebrei non appartenessero ad essa.

180 decreti razziali in 5 anni

Ai primi due decreti razziali voluti da Mussolini e approvati nel settembre 1938 ne fecero seguito numerosi altri negli anni successivi, arrivando a ben 180 decreti nell'arco di cinque anni.

Uno degli ultimi obbligava gli ebrei al lavoro coatto. Nei primi anni le leggi razziali italiane furono persino più vessatorie di quelle tedesche, per esempio gli studenti ebrei in Italia furono espulsi dalle scuole prima che questo avvenisse in Germania.

Cosa prevedevano

Gli ebrei italiani furono privati dei più elementari diritti, mentre quelli non italiani residenti in Italia furono espulsi. Quelli che avevano ottenuto la cittadinanza italiana dopo il 1919 se la videro revocare. Gli ebrei non potevano frequentare le scuole pubbliche, ne insegnare sia nelle scuole statali che in quelle private. Non potevano accedere alle biblioteche, ne possedere una radio. Non potevano sposarsi con "italiani ariani".

Numerose attività lavorative erano loro precluse: notaio, giornalista, architetto, medico, farmacista, veterinario, ingegnere, ostetrica e numerose altre figure professionali. Gli ebrei non potevano possedere proprietà, non potevano essere tutori di minori ed in molti casi persero persino la potestà genitoriale sui propri figli. Non avevano diritto nemmeno a comparire negli elenchi telefonici e persino nei necrologi. Queste sono solo una parte delle numerose leggi razziali promulgate da Mussolini. Il fascismo rese loro la vita impossibile, oltre a rendersi complice della deportazione di migliaia di ebrei nei campi di sterminio.