La commissione europea ha multato la società che produce chip per abuso di posizione dominante: 997 mln di euro la somma da pagare.

Il caso Apple e l'accusa

Secondo quando riferiscono i servizi antitrust della Commissione, Qualcomm, uno dei più grandi colossi nell'ambito della produzione di chip e semiconduttori, avrebbe stipulato un "patto" per annullare la concorrenza e far si che la società di Cupertino si rifornisse solamente da loro. Una pratica che consisteva nel versare ingenti somme di denaro (miliardi di dollari) nelle casse di Apple per annullare la concorrenza.

"Questi non erano semplici sconti ma venivano fatti affinché la stessa Apple utilizzasse esclusivamente i chipsets di banda di base di Qualcomm", questo è quanto ha svelato Margrethe Vestager, commissaria alla Concorrenza. Una pratica assolutamente illegale che viola le regole dell'Unione Europea in materia di pratiche anti-concorrenziali.

Il patto

L'accordo stipulato nel 2011 tra Qualcomm e Apple prevedeva che il colosso californiano utilizzasse solo i suoi chipsets (su IPhone e iPad) in cambio di ingenti pagamenti. Il trasferimento di queste somme di denaro si sarebbe interrotto nel caso in cui la società di Tim Cook avesse smesso di mantenere l'esclusività e si fosse rivolte ad altre aziende della concorrenza.

I chipsets di banda vengono utilizzati per la connessione alla rete mobile e quindi per trasferire dati o utilizzare applicazioni. In particolare quelli LTE, ovvero quelli per la rete 4G e di cui Qualcomm rappresenta il maggior fornitore sul mercato.

Il retroscena

Secondo quanto riferito dalla commissaria, Apple in passato aveva pensato di rifornirsi di chipsets da Intel, ma aveva accantonato l'idea proprio per il vincolo del patto stipulato in precedenza.

L'idea di ripagare Qualcomm rendendo indietro i soldi presi aveva fatto cambiare idea al colosso di Cupertino. Solamente nel 2016, ad accordo terminato, Tim Cook e soci hanno iniziato a farsi fornire i chipsets da Intel.

La risposta di Qualcomm

La replica di Qualcomm è arrivata per voce dell'executive vice president Don Rosenberg che ha parlato di accordo legittimo che non ha violato nessuna regola e della possibilità concreta di un riesame del caso. Certamente una questione che non si chiuderà in fretta e che regalerà ancora sorprese. Qualcomm è pronta a far valere le proprie ragioni e a difendersi in ogni sede legale.