Una storia che potrebbe avere dell'incredibile, ma che, purtroppo, corrisponde alla realtà dei giorni nostri, soprattutto se si tiene in considerazione che il ristorante in cui è avvenuto il tutto si trova in una località con grande afflusso turistico. Ci troviamo a Venezia, una delle città italiane con i prezzi visibilmente più alti rispetto al resto delle città sparse sulla penisola, dove quattro ragazzi giapponesi si sono ritrovati a spendere tutti i loro risparmi per mangiare quattro semplici bistecche. I ragazzi, originari del Giappone ed attualmente studenti a Bologna, si sono recati a Venezia per passare una giornata diversa dalle altre e lontani dai libri; la giornata è stata sicuramente diversa per il gruppetto, ma non come avrebbero mai potuto immaginare.
Entrati in uno dei ristoranti della località, hanno deciso di ordinare quattro bistecche, una per ognuno, ed un fritto misto da dividersi una volta giunto a tavola, mentre da bere hanno preferito una semplice bottiglia di acqua naturale. Un pasto tranquillo e comunissimo, senza nulla di eccelso, eppure il conto che è arrivato al quartetto li ha lasciati praticamente senza parole e senza neanche più un centesimo addosso: il conto per quattro bistecche, un fritto misto ed una bottiglia d'acqua ammontava a ben millecento euro. Una batosta che ha lasciato di stucco i quattro ragazzi, spinti poi a sporgere denuncia ai carabinieri.
Un vizio comune e malsano
Quanto accaduto ai quattro studenti non sembrerebbe essere un caso isolato, poiché, sempre nella stessa città, un altro gruppo di turisti, non molto tempo prima, si sono ritrovati costretti a sorbire lo stesso trattamento: per loro erano state servite delle portate errate e che nessuno, a quel tavolo, aveva ordinato.
Invece di avvisare i camerieri dell'errore, i turisti hanno pensato di consumare ugualmente il pasto nella errata convinzione che si potesse trattare di un omaggio della casa, ma il conto ha messo in chiaro le cose in un istante solo. In un ristorante diverso, invece, tre amici dei quattro studenti si sono ritrovati a pagare uno scontrino di ben trecentocinquanta euro per avere ordinato tre piatti di pasta al pesce.
Si tratta di escamotage utilizzati dai proprietari dei vari locali per "spennare" letteralmente i clienti, utilizzando come scusante la località turistica in cui si trovano. Potrebbe essere ritenuto normale un aumento dei prezzi all'interno dei centri storici e delle località turistiche, ma arrivare ad una esagerazione tale non può fare altro che spingere i turisti a portarsi il Cibo da casa, o peggio ancora a cambiare itinerario turistico.