"I soldi li dava a me perché mi diceva che mi voleva bene. Mi dava cinque euro se gli davo un bacio, 25 se facevo qualcosa in più. Questo è successo prima che io avessi dieci anni". Il racconto choc di una bambina ha inchiodato i suoi genitori che la facevano prostituire in cambio di pochi euro e sconvolto gli inquirenti che pure di crimini atroci ne trattano ogni giorno. Ma come questo no. C'è il padre, un bracciante che si mette d'accordo con l'amico di famiglia che aspetta in macchina. Sembra facciano una normale raccolta di pomodori, e invece quell'uomo poi si stende in auto e la bambina accanto a lui.
In un contesto di fortissimo degrado, povertà umana ed esistenziale prima ancora che economica, la bambina che all'epoca dei fatti aveva appena 9 anni è stata costretta da entrambi i genitori a prostituirsi e lo ha raccontato agli psicologi. La vicenda squallida e terribile è avvenuta nel palermitano. Ora, padre di 58 e madre di 43 anni, entrambi braccianti agricoli, sono stati arrestati con l'accusa di violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile. Con loro sono finiti ai domiciliari anche due clienti pedofili con i quali la povera piccola è stata costretta ad avere rapporti sessuali a pagamento.
Venduta per cinque euro
Le violenze sono iniziate in auto. Da cinque fino a 25 euro a prestazione, il compenso pattuito tra un cliente e i genitori.
I fatti risalgono all'estate del 2017. Durante un regolare servizio di pattugliamento del territorio, i carabinieri hanno notato una macchina appartata nelle campagne palermitane. Nell'auto c'era un anziano con una bambina. Subito sono scattate le indagini della compagnia di Partinico in seguito alle quali i militari hanno raccolto prove della sconvolgente realtà.
Un padre e una madre facevano prostituire la bambina. Due i clienti a cui veniva data in pasto la figlia, un bracciante agricolo di 61 e un pensionato di 78 anni. La madre che aveva organizzato l'affare in taluni casi si prostituiva anche lei in presenza della bambina.
Il racconto della piccola
Il momento più delicato e toccante delle indagini è stato quando gli inquirenti hanno ascoltato la testimonianza della vittima.
Un racconto ritenuto pienamente credibile dal gip, tanto è lucido e quasi disincantato da parte di una bambina, non solo precocemente adultizzata, ma costretta a subire violenze sessuali e traumi. Nitide descrizioni di momenti disgustosi che l'hanno segnata per sempre: c'è il padre che sta nei campi e intanto quell'uomo le abbassa pantaloni e slip. Non è la prima volta che succede, racconta. Lei non vuole ma lui insiste e la costringe a fare ciò che le dice, poi le dà in genere cinque euro in segno "d'affetto". Dal racconto della minore emerge che la prima ad organizzare gli "incontri" è stata la madre. Il padre solo in un secondo momento è stato messo a conoscenza degli abusi e a quel punto si è complimentato e in un'odiosa trama di sporca complicità, li ha organizzati a sua volta.
Incontri con il secondo cliente
La bambina ha riferito anche degli incontri con l'altro cliente, un pensionato. Questi avvenivano a casa. Il padre nel frattempo, stanco dal lavoro, dormiva. Anche con il secondo cliente a volte partecipava la madre. Il pensionato lasciava alla bambina trenta euro. Ora la minore, per quanto lucida, non ce la fa a contenere nel suo mondo questo orrore e con le parole che sa dice di provare tristezza, di non capire perché fosse obbligata a fare quelle cose. Nonostante tutto, non ce la fa a disconoscere sua madre: troppi traumi tutti insieme. Dice che le vuole bene. Ma ora e non può essere altrimenti, è stata allontanata dai genitori e affidata a una casa famiglia.