Durante l’estate scorsa a causa di un incendio andò quasi distrutta la gigantesca scritta DUX, realizzata quasi ottant'anni fa durante il regime fascista sul monte Giano in provincia di Rieti. Durante questa settimana CasaPound è riuscita a piantumare la zona con un migliaio di pini austriaci comprati con i soldi di una raccolta fondi. Insomma la scritta pare sia stata ripristinata, e il merito non va solo a CasaPound o ai 200 volontari che hanno scalato il monte per ripiantare gli alberi; il merito è di tutti coloro che si sono applicati per la raccolta fondi permettendo così la “ricostruzione” di una delle più inusuali testimonianze del fascismo in Italia.

La pineta dopo la caduta del fascismo è stata oggetto di discussione perenne tra gli italiani, tra chi la riteneva inappropriata e chi la considerava un meritevole omaggio a Benito Mussolini, tutt'oggi si sospetta che l'incendio dell'estate scorsa fosse doloso.

La storia

La questione legata al fascismo in Italia, tra devozione e disprezzo, trova origine in una famosa dichiarazione di Mussolini che recita: “Io non ho creato il fascismo, io l’ho tratto dall’inconscio degli italiani”. Prescindendo dalle opinioni personali si può prendere in esame la dichiarazione del duce sotto due ottiche diverse: dal punto di vista storico, gli italiani nutrivano un malcontento comune derivante dai risultati della Grande Guerra e delle conseguenze che ne seguirono.

Una figura carismatica come Mussolini non ha avuto troppi intralci nello sfruttare questo momento di debolezza per conquistare la fiducia degli italiani per guidarli verso un’epoca migliore.

Tra retorica e psicologia

Sotto un’ottica psicologica invece si pone il focus su quello che il duce definì “l’inconscio degli italiani”, Mussolini parlando così non si riferiva all’inconscio collettivo della nazione o all’inconscio della folla che ascoltò la sua orazione; il discorso parla dell’inconscio individuale di ogni cittadino italiano, della parte celata dell’anima di ogni persona.

Mussolini era convinto che, a prescindere dallo schieramento politico, dentro ogni italiano si nascondesse un fascista represso, una volontà che le persone occultavano a loro stesse per paura del giudizio sociale. Furono discorsi come questi che consacrarono Mussolini nel cuore di molti italiani, forse una scelta guidata dall’incoscienza o forse un disperato bisogno di leadership. In ogni caso, il resto è storia.